Le testimonianze sul caso Garlasco
Altre testimonianze raccolte dagli inquirenti dell’epoca, come quella di un operaio considerato “confuso”, segnalavano la presenza di una delle gemelle Cappa in bicicletta e di un’auto ferma nei pressi della via, descritta come “né piccola né grossa”, compatibile con il veicolo in uso alla madre delle gemelle. Questi elementi, tuttavia, non sono stati supportati da prove concrete.

Il ruolo dell’alibi e della spesa al supermercato
Uno degli aspetti più discussi riguarda l’alibi fornito da Maria Rosa Poggi, che ha sempre dichiarato di aver effettuato acquisti al supermercato quella mattina, pagando tramite carta. L’ex direttore del punto vendita, intervistato da Le Iene, ha dichiarato di non ricordare la presenza della donna, pur precisando che tale mancanza di memoria non costituisce una smentita. La cassiera che avrebbe emesso lo scontrino, nel 2007, aveva affermato di conoscere la cliente ma di non ricordare se fosse presente quel giorno; oggi, a distanza di anni, sostiene di non rammentarla affatto.
Il pagamento con bancomat, effettivamente registrato nella fascia oraria indicata, rappresenta l’unico elemento oggettivo a supporto dell’alibi di Maria Rosa Poggi. Tuttavia, si è ipotizzato che la transazione possa essere stata effettuata da una persona diversa in possesso della stessa carta, una possibilità non approfondita nelle indagini iniziali.
Un caso ancora aperto tra cronaca e giustizia
Nonostante la sentenza definitiva, il caso Garlasco continua a essere oggetto di approfondimento mediatico e giudiziario. Le nuove testimonianze, qualora trovassero riscontro concreto, potrebbero rappresentare nuovi elementi di indagine in una vicenda che rimane tra le più complesse e discusse della cronaca italiana. Garlasco, dopo quasi due decenni, si trova ancora di fronte all’irrisolto enigma della verità sul delitto di Chiara Poggi.