Diritto internazionale e quadro giuridico dell’attacco
Uno degli aspetti centrali riguarda il diritto internazionale e la qualificazione giuridica di un attacco contro una nave civile in acque neutrali. Le autorità ucraine sostengono che la QENDIL fosse un obiettivo legittimo in quanto parte della macchina economica che sostiene lo sforzo bellico russo.
La questione coinvolge ambiti come la sicurezza della navigazione, la tutela dell’ambiente marino e la responsabilità degli Stati. Al momento non risultano prese di posizione ufficiali da parte delle principali organizzazioni internazionali.
Le precedenti operazioni ucraine nel Mar Nero
Prima del raid nel Mediterraneo, le azioni dell’intelligence ucraina si erano concentrate nel Mar Nero, con l’impiego di droni Sea Baby contro unità navali e infrastrutture strategiche.
Secondo diverse analisi, tali operazioni avevano inciso sulla sicurezza delle rotte commerciali e sui costi di trasporto, spingendo a una redistribuzione dei flussi energetici.
L’attacco alla QENDIL mostra una nuova proiezione geografica delle capacità ucraine, non più limitate alle acque prossime all’Ucraina.
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L’ipotesi sulla morte del generale Averyanov
A rendere ancora più delicato il quadro è una notizia diffusa dal giornalista russo Alexander Nevzorov, secondo cui nell’attacco sarebbe rimasto ucciso il generale del GRU Andrey Averyanov.
L’informazione non ha trovato conferme ufficiali né da Kiev né da fonti indipendenti. Le autorità ucraine non hanno commentato direttamente la notizia, limitandosi a rivendicare l’azione contro la petroliera.
La mancanza di riscontri induce a considerare l’elemento ancora in fase di accertamento, pur aumentando l’attenzione internazionale sull’episodio.