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Famiglia nel bosco, la decisione dei giudici: che fine faranno i bambini

Il nodo centrale: la scolarizzazione dei bambini

Tra gli elementi che continuano a pesare maggiormente c’è la questione ì9. I minori sono attualmente monitorati sotto il profilo educativo e scolastico all’interno della struttura. Secondo quanto riferito dalla tutrice, Maria Luisa Palladino, il livello di alfabetizzazione dei bambini sarebbe fortemente carente.

I minori, secondo la tutrice, non saprebbero leggere e starebbero imparando solo ora l’alfabeto. La bambina più grande, di otto anni, sarebbe in grado di scrivere soltanto il proprio nome sotto dettatura. Valutazioni che assumono un peso rilevante nel procedimento e che incidono direttamente sulle decisioni del tribunale.

Il contrasto con la certificazione scolastica precedente

Queste conclusioni entrano in netto contrasto con una certificazione rilasciata in precedenza da una scuola di Brescia, che aveva attestato un diverso grado di istruzione dei bambini. Un punto controverso che alimenta il dibattito e che potrebbe diventare centrale in eventuali futuri sviluppi giudiziari.

Il conflitto tra le valutazioni educative rappresenta uno degli aspetti più delicati del caso e contribuisce a rafforzare la prudenza mostrata dai giudici nel mantenere lo status quo.

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La reazione politica: Salvini attacca i giudici

La decisione della Corte d’Appello dell’Aquila ha immediatamente provocato reazioni nel mondo politico. Tra le più dure quella del vicepremier e segretario della Lega Matteo Salvini, che ha affidato il suo commento a un post su X.

«Per questi giudici una sola parola: VERGOGNA. I bambini non sono proprietà dello Stato, i bambini devono poter vivere e crescere con l’amore di mamma e papà», ha scritto Salvini, criticando apertamente la scelta di mantenere i minori nella struttura protetta e schierandosi a favore del ricongiungimento familiare.

Le parole del leader leghista hanno riacceso il dibattito pubblico su limiti e responsabilità dell’intervento dello Stato nei casi di tutela minorile, trasformando una vicenda giudiziaria in un nuovo terreno di scontro politico.

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