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Feltri contro i ciclisti, interviene il fratello di Scarponi: “Ucciso una seconda volta”

Feltri e i ciclisti, la Fondazione Michele Scarponi denuncia il giornalista

Marco Scarponi ha dichiarato a “Fanpage”: “A pronunciarle è stato un uomo che ricopre una carica istituzionale, un giornalista che dovrebbe sapere quanto le parole sappiano essere pesanti come pietre, che quelle parole possono essere violente quando, come in questo caso, vengono sputate addosso a persone che come noi hanno perso dei cari sulla strada”. Probabilmente Vittorio Feltri non lo sapeva, ma quelle parole violente le ha pronunciate il giorno in cui, se fosse ancora vivo, Michele Scarponi avrebbe compiuto 45 anni.

“Eravamo tutti a Jesi. Stavamo ricordando Michele in occasione del suo compleanno: era un giorno di aneddoti, risate, racconti di vita, un giorno difficile ma dolce, di abbracci e lacrime. Stavamo ricevendo i messaggi di chi l’aveva conosciuto, i saluti di tanti amici. È in quel momento che ci sono state comunicate le frasi di Feltri, siamo sprofondati nello sconforto. Ho veramente pensato che quelle parole avessero ucciso mio fratello Michele una seconda volta, come se noi fossimo stati violentati in maniera indegna da una persona senza un minimo di sensibilità”, ha detto il fratello di Scarponi. (continua a leggere dopo le foto)

“Andiamo nelle scuole, facciamo educazione a bambine e bambini, insegniamo loro a rispettare gli utenti della strada”

Marco Scarponi, insieme alla sua famiglia e a molti altri amici, è da sette anni l’animatore della Fondazione Michele Scarponi, quotidianamente impegnata nel creare, sostenere e finanziare progetti che hanno come fine l’educazione al corretto comportamento stradale. “Andiamo nelle scuole, facciamo educazione a bambine e bambini, insegniamo loro a rispettare gli utenti della strada e ad usare un linguaggio corretto. Cerchiamo faticosamente di cambiare questa cultura primitiva e odiosa, che ha creato generazioni di automobilisti violenti. Poi arriva il Feltri di turno e, forte della sua visibilità, passa sopra al nostro lavoro come una ruspa, come a dirci che noi non valiamo niente. Ed è terribile, perché io e tutti noi crediamo molto in quello che facciamo nonostante ci sia perfettamente chiaro che una parte della popolazione italiana la pensa probabilmente come Feltri”, ha spiegato il fratello della vittima.

Riferendosi alla considerazione choc di Feltri, Scarponi ha concluso: “Quelle parole costituiscono un’evidente istigazione a delinquere e arrecano gravi danni ad Associazioni come la nostra che si battono per diffondere la cultura del rispetto e della legalità sulle strade. Di conseguenza abbiamo dato mandato al nostro avvocato Tommaso Rossi di predisporre una denuncia che presenteremo alla competente Procura della Repubblica. Ora Basta. Lo dobbiamo a Michele e alle centinaia di persone che come lui ogni anno perdono la vita sulle strade italiane”.

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