L’aggressione fisica: “Mi ha aspettata alle casse e mi ha colpita”
Il culmine dello scontro è avvenuto poco dopo, alla fine della spesa. Secondo il racconto di Angeli, la commessa l’avrebbe aspettata alle casse, per poi aggredirla fisicamente: “Grida e mi si avventa contro. Mi sferra un pugno sulla spalla”, scrive la giornalista. Fortunatamente, il colpo è stato attutito dal maresciallo della scorta, che si è frapposto tra le due. “L’altro agente della scorta cerca di fermarla, ma lei è una furia. Vuole proprio picchiarmi. Una donna di 50 anni che vuole picchiare un’altra donna di 50 anni”, aggiunge. Una scena surreale, aggravata – secondo la testimonianza – dall’atteggiamento del direttore del punto vendita, che sarebbe intervenuto in difesa della dipendente, giustificandola per aver lavorato “con la febbre”. (Continua dopo le foto)

La denuncia e il messaggio di responsabilità: “Non si può giustificare la violenza”
Angeli ha confermato di aver sporto denuncia contro la commessa, sottolineando il suo impegno nel responsabilizzare chi si rende protagonista di atti violenti: “Mi conoscete e sapete che mi piace responsabilizzare chi commette azioni bieche e meschine”. A far discutere è anche il comportamento del direttore del supermercato, che secondo la giornalista avrebbe minimizzato l’accaduto, mostrando comprensione verso l’autrice dell’aggressione. “Io, di fronte a una mia dipendente che picchia una cliente, sarei implacabile. Lui no”, scrive Angeli. Parole che hanno trovato immediato sostegno e solidarietà da parte di molti utenti online, colleghi giornalisti e cittadini, indignati per quanto accaduto e per l’atteggiamento, ritenuto poco professionale, della direzione del punto vendita. Angeli conclude il suo messaggio con un pensiero per tutte quelle lavoratrici e lavoratori che ogni giorno affrontano la pressione del pubblico con cortesia e pazienza: “Un abbraccio enorme a tutte le commesse gentili che sopportano le lagne e la maleducazione dei clienti”.
Federica Angeli aggredita da una commessa al supermercato: la denuncia sui social