Il sistema rieducativo anche per le condanne all’ergastolo
Tuttavia il percorso rieducativo previsto in carcere non ha un risultato automatico e il sistema detiene grandi responsabilità sul capire quali siano le modalità più efficaci a tale fine. “Posso dire che nella maggior parte dei casi, il detenuto esce dal carcere più incattivito di prima. E per nulla cambiato. Per “rieducare” certi soggetti servono percorsi specifici. ha continuato l’avvocato Bocciolini nell’intervista a Fanpage. “Nel nostro ordinamento la condanna all’ergastolo resta solo sulla carta. I cosiddetti benefici penitenziari (liberazione anticipata, permessi premio ecc) si applicano anche ai soggetti condannati all’ergastolo dopo che hanno scontato parte della pena”.
L’ipotesi della “giustizia riparativa” per Turetta
Seguendo il ragionamento, dunque, anche Turetta potrebbe essere prima o poi toccato da questi benefici. “L’unica strada che potrebbe provare [Turetta ndr] è quella della giustizia riparativa. Si tratta di un percorso parallelo al processo che prevede un programma di trattamento specifico per il condannato. In caso di superamento positivo del predetto progetto educativo, si potrà riconoscere all’imputato una circostanza attenuante specifica che in appello – se ritenuta equivalente – alle contestate aggravanti, potrà essere idonea a far cadere l’ergastolo”.