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Flotilla, la barca di Greta colpita nella notte: la situazione

Precedenti e conseguenze per la missione

Non si tratta del primo episodio di questo tipo segnalato dalla Global Sumud Flotilla. Nel mese di maggio, la barca a vela Al Damir, anch’essa diretta verso Gaza, era stata colpita da due droni militari al largo di Malta, subendo danni tali da renderla inutilizzabile per la prosecuzione del viaggio. Ora la stessa sorte sembra essere toccata alla Family boat, costringendo gli organizzatori a valutare soluzioni alternative, come il trasferimento dell’equipaggio su altre imbarcazioni o la ricerca di un sostituto. “Questo è un attacco contro una missione civile pacifica perché non ci vogliono lì non dobbiamo stare in silenzio, dobbiamo mobilitarci e farlo in fretta”, ha affermato Acar. Gli equipaggi della Flotilla hanno espresso una ferma condanna dell’accaduto, ribadendo la volontà di non interrompere la missione: “Gli atti di aggressione mirati a intimidirci o a far fallire la nostra missione non ci fermeranno. Il nostro obiettivo resta rompere l’assedio su Gaza ed esprimere solidarietà al suo popolo”.

Per gli attivisti, la notte appena trascorsa è stata segnata dalla paura e dalla rabbia, ma anche dalla determinazione a non interrompere il proprio percorso. L’esperienza ha rafforzato in loro la convinzione che episodi simili potrebbero ripetersi e che la missione richiede ora ancora più attenzione alle misure di sicurezza e alla cooperazione con le autorità.

Approfondimento: contesto della missione e sicurezza in mare

La Global Sumud Flotilla è un’iniziativa internazionale che mira a portare aiuti umanitari e solidarietà alla popolazione di Gaza, sottoposta da anni a blocchi e restrizioni. La presenza di personalità note come Greta Thunberg ha dato grande visibilità all’azione, attirando l’attenzione di media e opinione pubblica. Le missioni umanitarie via mare verso la Striscia di Gaza sono da tempo al centro di tensioni internazionali. Diverse organizzazioni non governative denunciano rischi legati a possibili attacchi, incidenti tecnici e difficoltà logistiche. Gli episodi precedenti, come quello della Al Damir, mostrano come la sicurezza degli equipaggi sia costantemente messa alla prova da fattori esterni e dall’instabilità geopolitica della regione.

L’inchiesta avviata dalle autorità tunisine punta a chiarire la reale dinamica dei fatti. Saranno analizzate le testimonianze, i materiali video e le condizioni tecniche della nave per determinare se l’incendio sia stato provocato da un errore umano, come sostenuto dalle autorità, o da un attacco esterno, come affermato dagli attivisti. Nel frattempo, la missione della Flotilla non si ferma. Gli organizzatori stanno lavorando per garantire la sicurezza degli equipaggi e la prosecuzione delle attività nei tempi più rapidi possibili, consapevoli delle difficoltà ma determinati a raggiungere l’obiettivo di rompere il blocco su Gaza.

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