Proteste e risposta delle istituzioni
Le proteste si sono inserite in un clima di crescente tensione sociale, con la partecipazione attiva di diversi movimenti e associazioni, che hanno denunciato la gestione della crisi in Medio Oriente e la risposta delle autorità italiane.
Intanto, il ministero degli Esteri israeliano ha comunicato tramite un post ufficiale che tutti gli attivisti intercettati “stanno raggiungendo in modo pacifico Israele”, dove verranno avviate le procedure di espulsione verso i rispettivi Paesi di provenienza. “I passeggeri sono al sicuro e in buona salute”, si legge nella nota.

Attivismo internazionale: partono nuove imbarcazioni dalla Turchia
Parallelamente agli sviluppi nel Mediterraneo, nuove iniziative di solidarietà sono state messe in atto da attivisti di tutto il mondo. Dalla località di Arsuz, nel sud-est della Turchia, sono salpate altre 45 imbarcazioni civili, con l’obiettivo di sostenere la Global Sumud Flotilla. Secondo quanto riportato dai media locali, decine di piccole navi, cariche di attivisti che sventolano bandiere turche e palestinesi, si sono dirette verso le coste di Gaza, documentando l’evento con video e testimonianze pubblicate sui social.
Questa nuova ondata di partenze ha contribuito ad aumentare la pressione internazionale e a mantenere alta l’attenzione sui temi della crisi umanitaria nella Striscia di Gaza. Gli organizzatori sottolineano la volontà di proseguire le missioni di supporto, pur consapevoli dei rischi e delle difficoltà derivanti dal contesto geopolitico attuale.
Le posizioni ufficiali: Israele e le accuse di violazione
Le autorità israeliane hanno dichiarato la fine della “provocazione di Hamas-Flotilla Sumud”, ribadendo che nessuna delle navi è riuscita a violare il blocco navale imposto su Gaza. In un comunicato diffuso dal ministero degli Esteri su X si legge: “La provocazione di Hamas-Flotilla Sumud è finita. Nessuno degli yacht della Flotilla è riuscito nel suo tentativo di entrare in una zona di combattimento attiva o di violare il legittimo blocco navale. Tutti i passeggeri sono sani e salvi. Stanno viaggiando sani e salvi verso Israele, da dove saranno espulsi in Europa. Un’ultima nave di questa provocazione rimane a distanza. Se si avvicinasse, anche il suo tentativo di entrare in una zona di combattimento attiva e violare il blocco navale verrebbe impedito”.
Di contro, la Global Sumud Flotilla e il comitato direttivo a terra hanno denunciato la condotta delle forze israeliane, definendo l’abbordaggio e la detenzione dei volontari un atto in violazione del diritto internazionale. In una dichiarazione ufficiale si legge: “Gli avvocati di Adalah, che rappresentano i partecipanti alla flottiglia presso le autorità israeliane, hanno ricevuto aggiornamenti minimi e non sono stati informati se i circa 443 volontari della flottiglia, prelevati con la forza dalle loro imbarcazioni, arriveranno ad Ashdod, dove dovrebbero essere sottoposti a detenzione illegale”. Il comitato sottolinea inoltre che “intercettare imbarcazioni umanitarie in acque internazionali è un crimine di guerra; negare assistenza legale e nascondere la sorte dei complessi sequestrati è un crimine”.
Diplomazia e tensioni: reazioni dall’Italia e dall’estero
Le tensioni legate all’operazione della Flotilla hanno avuto ripercussioni anche sul fronte diplomatico. Giorgia Meloni, in visita a Copenaghen, ha commentato duramente le scelte dell’opposizione e dei sindacati italiani: “Opposizione fa altra scelta rispetto a pace”, ha dichiarato la premier. “Mi sarei aspettata che i sindacati almeno su una questione che reputavano così importante come Gaza non avessero indetto uno sciopero generale di venerdì. Il weekend lungo e la rivoluzione non stanno insieme”, ha aggiunto Meloni.
L’intervento della premier si inserisce in un contesto di profondo dibattito politico interno, con crescenti richieste di chiarezza sulle scelte del governo in materia di politica estera e gestione delle crisi internazionali.

Sciopero: Salvini pronto a precettare
Il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, ha valutato immediatamente la precettazione dello sciopero annunciato e la Commissione di garanzia ha confermato la sua posizione: lo sciopero è considerato illegittimo.
Salvini ha dichiarato a Rtl 102.5: “Il diritto allo sciopero è sacrosanto in un Paese libero come il nostro, ma non lo è il diritto al caos o allo sciopero generale a sorpresa. C’è una commissione tecnica esterna, non politica, ma di garanzia degli scioperi. Vista la normativa, immagino che dichiarerà lo sciopero illegittimo. Uno sciopero generale improvviso per motivi politici è chiaro ed evidente che non può essere organizzato con così scarso preavviso. Faremo tutto quello che la legge permette, garantendo il diritto al lavoro, allo studio e la mobilità di 60 milioni di italiani”.
Il ministro ha aggiunto: “La commissione di garanzia tutela sia chi vuole scioperare, sia la stragrande maggioranza di persone che vogliono andare a lavorare. Da ministro dei Trasporti, tutto il possibile per garantire che in Italia non succeda il caos. Poi, se qualcuno lo farà comunque, aggredirà, bloccherà, ne pagherà penalmente le conseguenze”.
La Commissione di garanzia ha risposto ai sindacati sottolineando che gli scioperi devono essere annunciati con un preavviso minimo di 10 giorni, condizione che non è stata rispettata per lo sciopero generale del 3 ottobre.

Situazione degli attivisti italiani e internazionali
Intanto, l’Iran ha condannato con fermezza l’intervento della marina israeliana, definendolo “un atto di terrorismo che viola il diritto internazionale”. Il portavoce del Ministero degli Esteri, Esmail Baghaei, ha invitato la comunità internazionale a intervenire “contro il genocidio nella Palestina occupata”.
Secondo fonti diplomatiche, almeno 30 cittadini italiani risultano tra le persone fermate dalle autorità israeliane, con il numero destinato a variare nelle prossime ore. Gli abbordaggi delle navi sono tuttora in corso e vengono gestiti con attenzione per ridurre al minimo i rischi di incidenti. Una parte degli attivisti è stata già trasferita nei centri di identificazione, dove si stanno svolgendo le procedure per il rimpatrio.
Le operazioni di controllo e identificazione coinvolgono anche numerosi cittadini di altre nazionalità europee, tra cui francesi, tedeschi, britannici e scandinavi, a conferma della portata globale dell’iniziativa Flotilla. Le autorità diplomatiche di diversi Paesi si sono attivate per monitorare la situazione e garantire l’assistenza necessaria ai propri connazionali.
Alcuni organizzatori riferiscono che una delle navi, la Mikeno, dopo aver proseguito la navigazione verso Gaza, ha interrotto i contatti una volta giunta vicino alla costa. Le ultime coordinate note indicano la presenza dell’imbarcazione a poche miglia dalla Striscia, all’interno delle acque territoriali.
Il caso resta al centro dell’attenzione mediatica internazionale, mentre proseguono gli appelli di organizzazioni umanitarie e istituzioni per la tutela dei diritti degli attivisti e la risoluzione pacifica della crisi.