Abusi e violazioni dei diritti: «Quello che viviamo è nulla rispetto ai palestinesi»
Le accuse degli attivisti non riguardano solo maltrattamenti fisici, ma anche violazioni legali. «Ci hanno negato l’accesso agli avvocati», ha ribadito Rajesh, aggiungendo che molti prigionieri necessitavano di cure mediche non concesse.
Infine, la stessa attivista ha sottolineato come ciò che la Flotilla ha subito sia solo la punta dell’iceberg: «Quello che abbiamo vissuto e visto è solo una briciola di quello che devono subire i palestinesi in prigione». Una dichiarazione che lega direttamente le esperienze personali degli attivisti internazionali alla condizione dei detenuti palestinesi nelle carceri israeliane.
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Le reazioni e lo scenario internazionale
Le rivelazioni di Thunberg e Rajesh rischiano di aprire un nuovo fronte politico e diplomatico. Da un lato, la pressione dell’opinione pubblica europea potrebbe crescere nei confronti di Israele; dall’altro, governi come quello italiano e svedese finora hanno adottato una linea prudente, parlando solo di assistenza consolare e di rispetto delle procedure di rimpatrio.
Il racconto di una prigione nel deserto, di minacce di gas e di abusi sistematici potrebbe ora spingere le organizzazioni internazionali per i diritti umani a chiedere inchieste indipendenti e trasparenti.