Tra avvertimenti e mobilitazioni internazionali
Israele non sembra disposto a tollerare la violazione del blocco navale. Secondo i media locali, la Marina e l’unità speciale Shayetet 13 sarebbero pronte a intervenire per sequestrare le oltre cinquanta imbarcazioni, con l’impiego di circa seicento agenti. La fregata italiana Alpino, che fino a ieri aveva seguito da vicino la Flotilla, ha confermato che non oltrepasserà il limite delle 150 miglia nautiche, pur offrendo assistenza a chi volesse abbandonare la missione. Una scelta che gli organizzatori della spedizione hanno definito “sabotaggio”, accusando il governo italiano di voler demoralizzare un’azione pacifica. Nel frattempo, in varie città – da Roma a Milano – sono state organizzate veglie notturne e dirette social per sostenere gli attivisti in mare, con sindacati, associazioni e movimenti antisionisti mobilitati a seguire in tempo reale l’evolversi della missione.


Gli Houthi e il fronte mediorientale allargato
La tensione non resta confinata a Gaza. Gli Houthi yemeniti hanno rivendicato l’attacco con un missile da crociera a una nave mercantile olandese, la Minervagracht, nel Golfo di Aden. Secondo il portavoce militare del gruppo, l’impatto avrebbe provocato un incendio a bordo con rischio di affondamento. L’episodio conferma come il conflitto israelo-palestinese si intrecci con altri scenari di instabilità regionale. Sul piano diplomatico, intanto, Qatar, Egitto e Turchia spingono Hamas ad accettare il piano Trump, definito “il miglior accordo possibile”. Una mediazione difficile, che si inserisce in un contesto di guerra aperta e di scontri che, dall’alba di oggi, hanno già insanguinato nuovamente la Striscia.