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Terremoto fortissimo! La scossa poco fa: un boato, poi ha tremato tutto

Magnitudo rivista e differenze tra i centri di ricerca

Nelle ore successive alla scossa principale, diversi istituti sismologici internazionali hanno pubblicato le proprie analisi, evidenziando alcune differenze nelle stime di magnitudo. Il Centro tedesco di ricerca per le geoscienze (GFZ) ha inizialmente attribuito all’evento un valore pari a 6,6, successivamente aggiornato a 6,4, mentre l’USGS ha mantenuto una classificazione intorno a 6,5. Questo tipo di discrepanza rientra nella normalità delle prime fasi di elaborazione dei dati. Le variazioni nelle valutazioni preliminari dipendono da molteplici fattori: la posizione e la distribuzione delle stazioni sismiche, gli algoritmi impiegati per l’analisi dei segnali, la qualità del rumore di fondo registrato e i modelli geofisici utilizzati per interpretare la struttura della crosta terrestre. Con il passare delle ore, i parametri vengono generalmente raffinati, convergendo verso valori più stabili e condivisi dalla comunità scientifica. Al di là dei piccoli aggiustamenti numerici, tutti i principali centri concordano su un elemento decisivo: la profondità elevata del terremoto. Gli eventi sismici profondi, come quello che ha interessato la Papua Nuova Guinea, tendono a disperdere una parte consistente dell’energia prima che questa raggiunga la superficie, determinando scosse percepite su un’area molto vasta ma, in molti casi, con danni limitati rispetto ai terremoti superficiali.

La combinazione tra intensità, profondità e distanza dalle coste ha permesso di evitare scenari più critici, come il collasso diffuso di edifici o l’innesco di onde di maremoto. Gli specialisti ricordano tuttavia che, anche in presenza di terremoti profondi, il rischio non può mai essere considerato nullo, soprattutto in Paesi in cui molte costruzioni non sono ancora adeguate agli standard antisismici più aggiornati.

terremoto oggi

Verifiche sul campo e prime valutazioni dei danni

Le prime comunicazioni trasmesse dalle autorità locali e dai centri di monitoraggio confermano l’assenza, al momento, di vittime e di distruzioni estese. Alcuni edifici hanno riportato crepe e cadute di intonaco, e in diverse abitazioni sono stati segnalati mobili rovesciati e oggetti danneggiati. Non si registrano, secondo le informazioni disponibili, crolli strutturali su larga scala né interruzioni prolungate dei servizi energetici principali. Le agenzie per la gestione delle emergenze sono al lavoro per ispezionare in modo sistematico i centri abitati, con particolare attenzione alle comunità più difficili da raggiungere. In molte aree interne, i collegamenti stradali sono fragili e possono essere interessati da frane o smottamenti, soprattutto dopo eventi tellurici di entità significativa. Le squadre di tecnici stanno verificando anche lo stato di ponti, strade e infrastrutture idriche ed elettriche.

Nonostante l’assenza di un impatto devastante, il terremoto ha generato un forte spavento tra i residenti, che vivono in una regione in cui il rischio sismico è parte integrante della quotidianità. Le autorità hanno invitato la popolazione a seguire le linee guida per la sicurezza, a predisporre kit di emergenza e a prestare attenzione a eventuali scosse di assestamento, che potrebbero verificarsi nei giorni successivi. La comunità internazionale dei sismologi sta monitorando con attenzione l’evoluzione della sismicità nell’area, al fine di individuare eventuali sequenze di repliche e di aggiornare i modelli di pericolosità regionale. I dati raccolti in occasione di eventi come questo vengono spesso utilizzati per migliorare le mappe di rischio e supportare le politiche di mitigazione nei Paesi maggiormente esposti.

Una nazione al centro della Cintura di Fuoco del Pacifico

La Papua Nuova Guinea è situata lungo la cosiddetta Cintura di Fuoco del Pacifico, una vasta fascia geologica che circonda l’Oceano Pacifico e che è caratterizzata da un’intensa attività sismica e vulcanica. In questa regione si concentrano alcune delle più importanti zone di subduzione del pianeta, dove le placche tettoniche oceaniche scorrono al di sotto di quelle continentali, generando forti pressioni e deformazioni nella crosta terrestre.

A causa di questa particolare collocazione, il Paese sperimenta frequenti terremoti, molti dei quali di magnitudo significativa, oltre a eruzioni vulcaniche e movimenti del suolo che possono interessare vaste porzioni di territorio. Ogni anno vengono registrati numerosi eventi sismici, la maggior parte dei quali di intensità moderata, ma non mancano scosse più forti in grado di provocare danni e disagi alla popolazione. Gli esperti di geofisica sottolineano che l’area è soggetta a un accumulo costante di energia tettonica, che viene rilasciata periodicamente attraverso i terremoti. Per questo motivo, le comunità locali vivono in una condizione di vulnerabilità sismica permanente, che richiede strumenti di prevenzione, piani di emergenza aggiornati e un’adeguata informazione pubblica sui comportamenti da adottare in caso di scossa. Negli ultimi decenni, diversi eventi hanno ricordato alla Papua Nuova Guinea la necessità di investire nella riduzione del rischio, sia attraverso il miglioramento delle normative edilizie, sia con programmi di sensibilizzazione rivolti alla popolazione. Il terremoto registrato vicino a Goroka, pur non avendo causato danni catastrofici, si inserisce in questo contesto di rischio strutturale e ribadisce l’importanza di una strategia di lungo periodo.

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