“La verità non emergerà mai”: la frase-testamento di Bertani
Secondo le ricostruzioni riportate da Corriere della Sera, Michele Bertani si tolse la vita nel 2016. Ma le circostanze del suo gesto, oggi, non sembrano più così limpide. La frase lasciata nel suo ultimo messaggio è oggetto di attenzione investigativa crescente. Non solo per il contenuto, ma per il momento in cui fu scritta, in pieno fermento investigativo sulla riapertura del caso Poggi. Tutti gli amici di Andrea Sempio sono sottoposti a verifiche incrociate. Si scandagliano i tabulati, si controllano i movimenti, si confrontano i verbali dell’epoca con le nuove dichiarazioni. Il sospetto è che Bertani sapesse qualcosa, forse una verità troppo pesante da portare. Una verità che, nel tempo, potrebbe aver contribuito al suo tragico gesto.
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Garlasco, si valuta la riesumazione del corpo di Michele Bertani
Secondo le fonti giudiziarie, non è esclusa la riesumazione del corpo di Michele Bertani per effettuare nuove analisi, in particolare test del Dna da confrontare con i reperti rimasti agli atti. Una scelta delicata, ma ritenuta necessaria nel tentativo di dare un nome a eventuali corresponsabili, riporta Il Giornale. La nuova linea investigativa punta a una responsabilità corale. Sebbene al momento l’unico nome formalmente iscritto sia quello di Sempio, nulla viene più dato per scontato. Il caso, chiuso con la condanna di Alberto Stasi, appare oggi riaperto non solo dal punto di vista tecnico, ma anche sotto il profilo narrativo e umano. Michele Bertani potrebbe essere stato più che una vittima del proprio dolore: forse un testimone silenzioso, un’anima in bilico tra verità e menzogna.