
Il caso Garlasco continua a suscitare grande attenzione a distanza di quasi due decenni dall’omicidio di Chiara Poggi. Recentemente, sono stati resi noti nuovi elementi provenienti da una dettagliata perizia tecnica del Ris di Cagliari, presentata durante un’ultima trasmissione di Ore14Sera. La relazione, che si compone di circa 300 pagine, introduce accertamenti mai valutati prima, tra cui rilievi effettuati con drone e una ricostruzione del profilo psicologico di Andrea Sempio, amico della vittima. Il documento, depositato dal tenente colonnello Andrea Berti, comprende anche un supporto informatico e una relazione del RaCIS dedicata all’analisi psicologica di Sempio. Questi elementi potrebbero aprire nuove prospettive nell’inchiesta, suggerendo scenari fino ad oggi mai esplorati.
Leggi anche: Rissa alla Camera, il video che inchioda proprio loro: il colpo di scena

Garlasco, nuove analisi sulla villetta: emergono dettagli inediti sul caso Poggi
L’inviata Arianna Giunti ha riferito che durante il sopralluogo del 9 giugno, i militari si sono concentrati anche sulle aree esterne della villetta di Garlasco, ipotizzando una possibile via di fuga attraverso i campi retrostanti. Questo dettaglio, mai approfondito in precedenza, potrebbe avere un ruolo cruciale nella ricostruzione degli eventi.
L’avvocato Antonio De Rensis, difensore di Alberto Stasi, ha evidenziato alcuni punti chiave che potrebbero mettere in discussione la versione ufficiale: “Qualora venisse riscritta una dinamica, quest’ultima ha una durata, perché se io devo fare 100 metri o 400 metri, non li posso fare entrambe le cose in 15 secondi. Personalmente, sono convinto che ci sia un collegamento tra la nomina della professoressa Cattaneo e gli esiti delle consulenze”. La questione centrale resta la compatibilità temporale tra i movimenti dell’imputato e l’accaduto.

Analisi delle tracce sulla scena del crimine
Il confronto in studio si è poi spostato sull’analisi delle tracce ematiche. La giornalista Rita Cavallaro ha richiamato l’attenzione su una traccia di mano insanguinata, che secondo gli esperti non sarebbe riconducibile a Chiara Poggi: “C’è la traccia della mano insanguinata (pare non sia di Chiara perché è una mano sinistra e la sua era pulita al momento del ritrovamento) che si trova nella gora, una pozza di sangue che per formarsi, pare, ci vogliono almeno 15 minuti”.
Questo tempo sarebbe incompatibile con la presenza documentata di Stasi al computer alle 9:27. Tuttavia, Roberta Bruzzone ha espresso dissenso su questa interpretazione, dichiarando: “La traccia trovata nella gora non può essere una mano: è evidente, guarda la distribuzione delle tracce più allungate!”.
Scopriamo tutti i dettagli nella pagina successiva