Il rischio della contaminazione
Anche quando un profilo genetico viene rintracciato su un corpo o su un oggetto, non si può escludere una contaminazione. È possibile che il Dna sia stato trasferito in modo indiretto, attraverso contatti successivi, superfici o strumenti, generando così un “trasferimento secondario o terziario”. Nel caso Poggi, questo significa che la presenza del Dna di Andrea Sempio, se confermata, non basterebbe di per sé a stabilire la sua colpevolezza o la sua presenza diretta sulla scena del delitto.

Il punto di equilibrio tra scienza e giustizia
Il nodo, dunque, non è tanto nella scoperta scientifica, quanto nella sua interpretazione giudiziaria. La genetica moderna offre strumenti potentissimi, ma la giustizia resta chiamata a tradurli in linguaggio umano. Per il giudice Gennari, il compito degli esperti non è consegnare certezze, ma aiutare il tribunale a muoversi tra le probabilità. Un equilibrio sottile, che nel caso di Garlasco potrebbe determinare ancora una volta il confine tra la verità processuale e quella, più sfuggente, dei fatti.