
La posizione della difesa: dubbi sull’affidabilità dell’impronta
Il genetista Matteo Fabbri, consulente della difesa di Alberto Stasi, ha sollevato dubbi sull’affidabilità dell’impronta. Secondo Fabbri, quando la difesa ha avuto accesso all’abitazione, l’impronta era già presente da circa 30 giorni, periodo durante il quale numerosi sopralluoghi avevano alterato gli ambienti. Pertanto, la possibilità di attribuire univocamente l’impronta a una persona specifica risulta compromessa.

Il DNA sotto le unghie di Chiara: un altro elemento da valutare
Un altro aspetto cruciale riguarda il materiale genetico rinvenuto sotto le unghie di Chiara Poggi. La genetista Denise Albani dovrà valutare se il campione è utilizzabile. Tuttavia, manca ancora la trasmissione dei dati grezzi relativi alle analisi effettuate dal professor Francesco De Stefano tra il 2007 e il 2014, dati essenziali per valutare la qualità e la degradazione del campione.
La decisione del gip: una proroga per esaminare le nuove evidenze
La prossima udienza, fissata per il 26 settembre 2025, sarà decisiva. Il giudice per le indagini preliminari dovrà decidere se concedere una proroga per esaminare tutti gli elementi emersi, tra cui le impronte, il DNA e le perizie tecniche. Questa decisione potrebbe influenzare significativamente l’andamento del processo e le prospettive di giustizia per la vittima e le parti coinvolte.