
La vecchia lettura del Dna: la ricerca di conferme su Stasi
Nel 2014, su richiesta dei familiari della vittima, il materiale era stato analizzato e consumato integralmente dal perito d’appello Francesco De Stefano, senza riscontrare compatibilità con il DNA di Stasi. All’epoca, il mancato “match” portò l’avvocato Gian Luigi Tizzoni e il genetista Marzio Capra a giudicare il dato “non attendibile” e “non consolidato”.
Pista Sempio: scontro tra nuove analisi e vecchie certezze
Secondo quanto emerso dalle indagini più recenti, il perito dell’epoca non avrebbe effettuato le due repliche identiche prescritte dal protocollo, variando così la quantità di materiale analizzato e ottenendo risultati differenti. Un’anomalia che, nel 2017, non venne mai comunicata all’allora pubblico ministero Mario Venditti, oggi sotto indagine per corruzione insieme al padre di Sempio. Venditti ha ribadito pubblicamente: “Il colpevole è uno ed è Stasi”.

Nuove analisi scientifiche e compatibilità genetica
La nuova perizia, condotta utilizzando software di biostatistica di riferimento internazionale, si basa su due ampi database: uno mondiale con 349.750 profili e uno europeo con 39.000 profili. I risultati hanno evidenziato una forte compatibilità tra il profilo genetico rinvenuto sulle unghie di Chiara Poggi e la linea paterna della famiglia Sempio, riducendo drasticamente la platea dei possibili portatori di quel DNA.
Rimane però aperta la questione cruciale: in che modo il DNA di Andrea Sempio sia finito sulle mani della vittima. La difesa sostiene che la presenza possa essere spiegata da un contatto indiretto, dato che Sempio frequentava la casa e Chiara avrebbe potuto toccare oggetti manipolati in precedenza dal giovane. La Procura, però, sottolinea l’assenza di tracce genetiche sia dei familiari della vittima sia di Stasi – quest’ultimo era stato con Chiara la sera precedente – sullo stesso reperto, elemento ritenuto significativo dagli investigatori che affermano: “lui era sulla scena del crimine”.

Elementi d’indagine e possibili nuovi scenari processuali
Gli investigatori della sezione Omicidi, riporta ancora il Corriere, hanno raccolto una serie di elementi a sostegno della nuova ipotesi accusatoria: tra questi spiccano l’impronta “33” rinvenuta sul muro delle scale, le telefonate alla casa Poggi attribuite a Sempio, la controversa questione del “ticket di Vigevano”, i risultati delle analisi sulle tracce di sangue (Bpa) e la consulenza della medico-legale Cristina Cattaneo. Tali elementi, nel loro insieme, sembrano rafforzare il quadro indiziario nei confronti di Sempio.
“Ricostruito il movente”: la notizia sugli inquirenti
I magistrati di Pavia, riporta ancora il Corriere della Sera, dichiarano di aver individuato e ricostruito nel dettaglio anche un movente, che sarà reso noto nei dettagli solo in primavera. L’intenzione degli inquirenti appare quella di chiudere l’indagine all’inizio del nuovo anno e richiedere il rinvio a giudizio di Andrea Sempio. Contestualmente, le carte potrebbero essere trasmesse alla Procura Generale di Milano affinché si valuti la possibile revisione della condanna inflitta a Stasi.
Verso una possibile revisione del processo Garlasco?
Questa nuova fase investigativa potrebbe segnare una svolta storica nel caso “rischiando” di portare alla luce uno dei più eclatanti errori giudiziari italiani. La vicenda, che ha già attraversato numerosi gradi di giudizio, si arricchisce ora di nuovi interrogativi e prospettive processuali, mentre l’opinione pubblica resta in attesa di ulteriori sviluppi e chiarimenti dalle autorità competenti.
Il percorso verso la verità resta dunque complesso: la riapertura del caso Garlasco mette nuovamente al centro il ruolo della scienza forense e della corretta interpretazione delle prove genetiche, ma anche il delicato equilibrio tra esigenze di giustizia, garanzie processuali e rispetto per le vittime e le loro famiglie. Solo i prossimi mesi potranno chiarire se il nuovo filone d’indagine porterà alla luce fatti in grado di modificare in modo sostanziale la storia giudiziaria di uno dei casi più emblematici della cronaca italiana.