La questione del ticket del parcheggio di Vigevano
Il ticket del parcheggio di Vigevano, consegnato da Andrea Sempio nel 2008: all’epoca risultava compatibile con l’intervallo 10.30-12.00, quello ritenuto come finestra dell’omicidio. Ma ora la Procura rivaluta l’orario della morte, spostandolo tra le 9.12 e le 9.35, rendendo non più dirimente lo scontrino come prova a discarico. Di conseguenza, l’attenzione si concentra sulla reale presenza di Andrea in casa la mattina del delitto, e su chi potesse confermarla in modo credibile.
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Dialoghi in auto e memoria incerta: i dubbi sul racconto familiare
Un’intercettazione ambientale del 10 febbraio 2017, registrata mentre Andrea Sempio si trova in auto con il padre Giuseppe, evidenzia l’incertezza che circonda l’alibi. «A me hanno chiesto: come mai non è venuto in mente a lei o a suo figlio di dire che Andrea era a casa?» racconta il padre. «Ho risposto: guardi, è la prima volta che mi interrogano». Poi aggiunge: «So che era a casa con me perché mi sono svegliato, prendo il caffè tutte le mattine, poi si è svegliato lui e ha aspettato la mamma». Una certezza che però vacilla subito dopo, quando Andrea stesso, davanti all’allora aggiunto Mario Venditti, ammette: «Credo ci fosse a casa mio padre, ma non riesco a ricordare oggi se ci fosse effettivamente». Un’ammissione che rafforza l’impressione di un alibi fragile, sostenuto più da memoria incerta che da elementi oggettivi. E intanto la data del 17 giugno si avvicina, quando si procederà con nuove analisi su impronte e tracce di Dna rilevate sulla scena del crimine.