La possibile arma del delitto: il ruolo degli oggetti d’arredo
Secondo la ricostruzione proposta, il colpo fatale alla nuca sarebbe stato inferto con un vaso in ottone prelevato da un supporto all’ingresso della casa. A seguito dell’aggressione, la ragazza sarebbe caduta rovesciando anche il supporto, colpendo il volto proprio sulla struttura. Questo elemento, finora mai approfonditamente analizzato, potrebbe rappresentare la chiave per comprendere la dinamica dell’omicidio.


Nuove evidenze investigative: l’attenzione sul portavasi
L’oggetto in questione sarebbe un portavasi in ferro battuto, mai considerato sospetto nelle precedenti indagini. Manieri ritiene che le sue caratteristiche e la collocazione all’interno della casa siano pienamente compatibili con le lesioni riportate dalla vittima. Inoltre, la presenza di piccole macchie a semicerchio rilevate dal luminol sotto un divano spostato potrebbe essere ricondotta alla forma ad anelli del portavasi, che sarebbe stato spostato o lavato. L’esperto afferma: “Non va escluso che il portavasi sia stato pulito sotto la doccia e poi rimesso al suo posto, scampando ai controlli come un innocuo oggetto d’arredo”.
Questa nuova pista riapre interrogativi sull’omicidio di Chiara Poggi e sulla reale natura dell’arma utilizzata. Se fosse confermata l’ipotesi che l’oggetto sia sempre rimasto all’interno della casa, si pone il dubbio su chi possa averlo riposizionato senza destare sospetti e su quanto sia ancora possibile chiarire di questo caso rimasto parzialmente irrisolto.