La questione dell’impronta “palmare 33” e l’assenza nella relazione ufficiale
La cosiddetta impronta palmare 33, oggi attribuita ad Andrea Sempio, nel 2007 era considerata un possibile elemento identificativo dell’assassino. La sua esistenza è attestata da documenti e fotografie ufficiali, ma, come sottolineato, non compare nella relazione dattiloscopica del Ris. Allo stesso modo, il presunto Dna estratto dal sudore non risulta mai inserito tra gli atti ufficiali dell’inchiesta.
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Nel delitto di #Garlasco spunta dal passato un Dna fantasma@lidentita pic.twitter.com/XeG0CrDqJf
— Rita Cavallaro (@Rita_Cavallaro) August 1, 2025
Interrogativi irrisolti e nuovi scenari investigativi
L’assenza di questi elementi nei documenti ufficiali solleva interrogativi significativi. «Com’è possibile, allora, che i giornalisti dell’epoca parlassero della fantomatica estrazione di Dna da quella traccia?» si chiede Cavallaro. E ancora: «Qualcuno avrebbe spifferato a un cronista la presunta scoperta dei Ris, che se fosse stata riconducibile ad Alberto Stasi avrebbe chiuso il cerchio sull’ipotesi del fidanzato assassino».
A oggi, la ricostruzione dell’omicidio di Garlasco resta incompleta. Ogni nuovo elemento riemerso conferma la complessità di uno dei casi giudiziari più discussi degli ultimi decenni.