Morti sospette e silenzi irrisolti: tre nomi nel mirino
Tra i casi citati da Bocellari nella denuncia, ce ne sono tre che risaltano per gravità e mistero. Il primo è quello del dottor Corrado Cavallini, medico che aveva in cura Andrea Sempio, nome emerso più volte nelle piste alternative su Garlasco. Cavallini sarebbe morto nel 2012 iniettandosi una sostanza letale. Il secondo episodio riguarda Giovanni Ferri, meccanico che secondo alcuni testimoni avrebbe incontrato Chiara Poggi proprio la mattina della sua morte. Ferri venne trovato morto in casa con polsi e gola tagliati: la versione ufficiale parla di suicidio, ma la vedova ha sempre parlato di omicidio, ipotizzando che suo marito sapesse qualcosa di troppo. Infine, nel 2016, un amico intimo di Sempio si è tolto la vita impiccandosi. Tre casi, tre legami indiretti con il delitto di via Pascoli, ma accomunati da tempistiche e modalità poco chiare.

Suggestione o realtà? Un mosaico inquietante che interroga ancora oggi
L’avvocata Giada Bocellari non ha mai accusato esplicitamente nessuno, ma ha lasciato intendere che tra gli eventi analizzati e l’omicidio di Chiara Poggi potrebbe esistere un “filo rosso invisibile”. Le sue parole, raccolte da Agi, sollevano una domanda legittima: si è trattato di semplici coincidenze o siamo di fronte a un sistema di silenzi e depistaggi legato ad ambienti oscuri? Lontano dai riflettori e dai processi mediatici, la provincia pavese continua a essere teatro di inquietudini mai sopite. «Il territorio ha bisogno di risposte e trasparenza», ha dichiarato un ex investigatore coinvolto nelle indagini del 2007, rimasto anonimo. A distanza di anni, forse è tempo di guardare oltre le sentenze e indagare ciò che resta nell’ombra. Se davvero esista un contesto più ampio dietro al delitto Poggi, spetta ora alla magistratura fare piena luce.