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Garlasco, la testimonianza di Stefania Cappa contro Stasi: cosa le aveva rivelato Chiara

Il caso della bicicletta e l’accusa rientrata

Il nome di Stefania Cappa riemerge anche in una vicenda successiva e assai controversa. Uno dei testimoni del caso, Marco Demontis Muschitta, tecnico 35enne, racconta agli inquirenti di aver visto la mattina del 13 agosto 2007 una bicicletta da donna vicino a villa Poggi, condotta da una ragazza “con capelli biondi a caschetto, occhiali da sole e scarpe bianche con una stella blu”. In mano, la donna avrebbe avuto un piedistallo da camino, potenziale arma del delitto. In un primo momento, Demontis non riconosce nessuno, ma successivamente identifica in quella figura Stefania Cappa. La sua versione solleva sospetti ma non convince del tutto. Il padre della giovane, avvocato, difende la figlia, e la testimonianza viene smontata in sede giudiziaria. Il Gup Carlo Pasta assolve Demontis dall’accusa di calunnia “perché il fatto non sussiste”.

Suggestione o convinzione? L’impatto mediatico sulle indagini

Il caso, però, lascia una traccia profonda. Come spiegano gli avvocati difensori Pietro Giorgis e Arcangelo Chianura, il loro assistito «ha davvero visto una bici e una ragazza», ma l’identificazione di Stefania sarebbe avvenuta sotto l’effetto della forte esposizione mediatica. Questo punto riapre una riflessione sulle fragilità del sistema giudiziario: quanto pesano i media nelle indagini? E quanto può incidere una suggestione sulla sorte di una persona? Fino ad oggi, Stefania Cappa non è mai stata formalmente indagata. Tuttavia, il suo ruolo resta complesso e sfaccettato: testimone chiave per l’accusa, ma anche figura a tratti messa in discussione da voci e identificazioni mai dimostrate. Un nome che continua a tornare nei documenti del processo e nei racconti di chi quel giorno cercava, o forse credeva di aver visto, qualcosa.

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