
Negramaro: la data che celebra i 25 anni
I Negramaro sono tornati all’Unipol Forum di Milano con il Negramaro Palasport 2025, e la tappa del 3 ottobre 2025 ad Assago non è stata soltanto la celebrazione dei 25 anni di carriera della band salentina. L’evento è stato concepito come un momento celebrativo per una band che in poco più di due decenni ha saputo trasformare il palco in specchio del tempo. Giuliano Sangiorgi ha aperto il concerto con un ringraziamento semplice e diretto: «Grazie per essere venuti qui questa sera», rivolgendo la sua voce a una platea pronta a rispondere. La scaletta ha alternato brani iconici e novità annunciate per l’autunno, creando un equilibrio tra memoria e presente che ha reso la serata intensa e partecipata.
@_alanews_ “Free Palestine”, il grido di Giuliano Sangiorgi e dei Negramaro dal palco del loro concerto a Milano #gaza #freepalestine #milano #cronaca #news ♬ Beat Automotivo Tan Tan Tan Viral – WZ Beat
Negramaro e Gaza: quando il palco diventa tribuna
Nel corso della serata lo schermo alle spalle della band ha mostrato la scritta “Free Palestina”: un segnale visivo che ha preparato il terreno alle parole successive di Sangiorgi. La dichiarazione è arrivata fra un brano e l’altro — e le frasi pronunciate sono state nette, non edulcorate: «Tutte queste mani sono per il popolo di Gaza. E per tutti quelli che hanno dimostrato con la Flotilla che un’umanità è ancora possibile almeno nei gesti e nei sogni». In seguito, il frontman ha scandito con forza: «Non è politica, non abbiate paura. Nessuno abbia paura di urlare allo schifo quando i bambini, anziché giocare, muoiono per colpa di mentecatti disumani che non siamo noi. Urlate! Urlate! Urlate!», prima di introdurre il pezzo successivo. Le parole hanno diviso la rete e acceso dibattiti, trasformando il concerto in una scena pubblica dove musica e attualità s’incrociano (Getty Images).
Negramaro, responsabilità e reazioni: il concerto come atto pubblico
La serata dei Negramaro si è ulteriormente caricata di significato quando Sangiorgi ha reso omaggio ai volontari partiti con la Flotilla, richiamando l’attenzione su gesti concreti di solidarietà: «E tornino a casa i ragazzi; e ne ho tanti amici che sono partiti non per portare solo da mangiare, che anche quello sarebbe una cosa incredibile che io non saprei fare. Loro hanno fatto un gesto per dire che l’uomo è capace ancora di amare, sognare e portare pace ovunque sia, anche dove c’è un cazzo di genocidio. Non abbiate paura! E stasera, stanotte, “L’Immenso” è per tutti quei bambini, uno ad uno, in Palestina e in tutte le parti del mondo, dove – per qualche co****ne – devono morire e non giocare mai più. L’immenso è per loro». Queste frasi, ripetute integralmente, hanno segnato la platea — fra applausi, qualche fischio e molte reazioni sui social — mettendo in luce il ruolo ambivalente dell’artista che, salendo sul palco, sceglie di parlare al pubblico oltre la musica. I commenti successivi alla serata hanno oscillato tra l’apprezzamento per la presa di posizione e critiche sull’opportunità di mescolare spettacolo e politica, alimentando un dibattito che difficilmente si esaurisce con lo spegnersi delle luci (AllMusicItalia).