Gigi Riva e il “piccolo” infarto: i sintomi nascosti a cui badare
Quali sono i rischi? «Anche un “piccolo” infarto può essere molto pericoloso. In alcuni casi, infatti, un infarto che ha inizialmente limitate dimensioni può estendersi. Questo fenomeno può essere determinato dall’interessamento di altre arterie, oppure dalla chiusura completa di una arteria inizialmente solo parzialmente ostruita. Quello che conta è l’estensione della malattia che interessa le arterie coronariche. Quanto più le arterie sono malata, tanto maggiore è il rischio che una lesione infartuale, anche inizialmente piccola, possa rapidamente estendersi», ha specificato il dottor Colivicchi a «Il Messaggero». A proposito della sintomatologia l’esperto ha spiegato, «può essere meno chiara nei pazienti più anziani, nelle donne e nei soggetti affetti da diabete. In questi casi il dolore può essere meno intenso e possono prevalere altre manifestazioni, come, ad esempio, una intensa difficoltà del respiro, oppure una perdita di coscienza». (continua a leggere dopo le foto)

Cosa fare? Come comportarsi?
Cosa fare di fronte ad un piccolo infarto? «In presenza di un dolore al petto è necessario che il paziente vada sempre tempestivamente in pronto soccorso. In tale sede, la combinazione di elettrocardiogramma e valutazione dei biomarcatori di danno miocardico (troponina), unitamente alla valutazione medica, consentiranno di confermare o escludere la presenza di un infarto in corso. Per la terapia, in caso di infarto, è necessario procedere rapidamente ad una valutazione dello stato del circolo coronarico», ha chiarito il cardiologo. La coronarografia consente di verificare la presenza e la possibile estensione della malattia ostruttiva delle coronarie. Se possibile si potrà procedere poi ad una angioplastica.