Gino scomparso a 28 anni: cosa hanno trovato i carabinieri – Sono passati ormai cinque giorni da quando Gino Panaiia è scomparso. Era la notte di Halloween quando il 25enne di Barona, dopo aver trascorso la serata insieme ad alcuni amici in un locale di Zibido San Giacomo, con il suo scooter si è infilato in una stradina della campagna nei pressi del Naviglio Pavese. Da lì si sono perse le tracce del giovane. Di seguito gli ultimi aggiornamenti sul caso. (continua a leggere dopo le foto)
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Gino Panaiia scomparso a 28 anni: cosa hanno trovato i carabinieri
Di Gino Panaiia è stata ritrovata soltanto una scarpa, uno smanicato e il motorino in un fosso, ma nient’altro. In questi giorni di ricerche, i carabinieri hanno sequestrato un borsone che conteneva 20 chili di eroina e due panetti da un chilo e mezzo. Nessuna traccia del cellulare e soprattutto del 25enne. Il primo sacchetto, come ricostruisce «Fanpage», era all’interno della cascina Casiglio, gli altri invece in mezzo alla vegetazione. Al momento, non ci sono collegamenti tra la scomparsa di Panaiia e la droga trovata, se non il fatto che in quella cascina è stato localizzato per l’ultima volta il suo smartphone. (continua a leggere dopo le foto)
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Gino Panaiia scomparso a 28 anni, venti chili di eroina scovati dai carabinieri: c’è un collegamento?
«Il Corriere della Sera» a proposito della droga sequestrata dalle forze dell’ordine scrive: “È inevitabile che quel ritrovamento getti un’ombra sulla scomparsa di Gino. Un cognome, quello dei Panaiia, che compare nei giri di spaccio lombardi e milanesi, con un familiare del 25enne già trafficante di droga, coinvolto in inchieste. Quel borsone e quei panetti sono un’incognita che piomba in un mosaico ancora da sistemare”. Di Panaiia si sono perse le tracce dopo una serata con gli amici trascorsa al locale di Zibido. Il giovane pare sia ripartito verso casa in sella al suo Piaggio Liberty 125. Aveva bevuto e aveva discusso con un amico che non voleva che si mettesse alla guida in quello stato. Il 25enne, però, era partito lo stesso imboccando una strada secondaria nei pressi della cascina Casiglio, forse per evitare controlli delle forze dell’ordine.
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