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Gino Panaiia trovato morto nel Naviglio: i risultati dell’autopsia e la testimonianza sulle ultime ore di vita

I risultati dell’autopsia e le testimonianze degli amici

L’autopsia, riporta Il Giorno, sembra confermare quanto emerso dalla prima ispezione del medico legale: sul corpo di Gino Panaiia non sono stati rilevati segni riconducibili a un’aggressione violenta. L’ipotesi più plausibile viene dunque ricondotta alle condizioni poco lucide del 25enne dopo la serata di baldoria con gli amici nella notte di Halloween.

Secondo le testimonianze, riferisce ancora il quotidiano, il venticinquenne ha trascorso le sue ultime ore in un bistrot di via Togliatti a Zibido. Poco prima dell’1:30, è uscito, visibilmente ubriaco e forse sotto l’effetto di stupefacenti, ed è salito sul suo motorino. Alla prima rotonda ha perso l’equilibrio ed è caduto. Un amico, tornato indietro per aiutarlo, gli ha consigliato di non mettersi alla guida in quelle condizioni, ma lui ha ignorato l’avvertimento ed è ripartito.

Alle 1:33, Gino ha risposto a una chiamata della fidanzata, rassicurandola di essere quasi arrivato a Vigevano (meta in realtà impossibile da raggiungere in così breve tempo); quarantanove minuti dopo, alle 2:22, il suo smartphone ha agganciato per l’ultima volta la cella telefonica che copre la zona, per poi spegnersi definitivamente.

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