Le scuse del M5S
Il partito ha chiesto le scuse pubbliche della deputata, evidenziando come episodi simili non siano compatibili con il rispetto che si deve alle istituzioni. Molti cittadini, sui social, si sono detti indignati per il tono utilizzato in trasmissione, giudicando l’intervento lesivo dell’immagine del Paese.
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Caso Almasri, Vittoria Baldino: "Giorgia Meloni venga in Aula a spiegarci come sia stato possibile che il Governo italiano, con la sua guida e con il suo assenso, abbia liberato un terrorista ricercato dalla Corte Penale Internazionale per crimini di guerra". pic.twitter.com/mbccZd2dcY
— The Baseball Furies (@DavideR46325615) August 7, 2025
Ecco a voi i “buoni”, i moralizzatori della politica, sempre pronti a dare lezioni.
— Fratelli d'Italia 🇮🇹 (@FratellidItalia) August 6, 2025
I loro insulti sono lo specchio di una sinistra a corto di argomenti, che scende ogni giorno più in basso senza vergogna. pic.twitter.com/Up1P2OE91L
Nessuna retromarcia: le scuse non arrivano
Nonostante il clamore mediatico e le richieste ufficiali, da parte di Vittoria Baldino non sono arrivate scuse, né tentativi di rettifica. Il caso resta aperto e alimenta una riflessione più ampia: quanto può degenerare il confronto politico in nome della visibilità? E dove si colloca oggi il confine tra la libertà d’espressione e l’insulto personale?
La sensazione, condivisa da molte forze trasversalmente, è che la politica italiana abbia urgente bisogno di ritrovare un linguaggio più sobrio, più istituzionale, e più rispettoso — non solo degli avversari, ma della funzione pubblica che ogni parlamentare è chiamato a rappresentare.