Precedenti gravi: dalla figlia della premier al caso Addeo
Il caso del commento shock non è isolato. Tra i precedenti più gravi, Fratelli d’Italia ricorda gli attacchi del professor Addeo, che aveva augurato la morte alla figlia della premier, paragonandola alla giovane Martina, la 14enne uccisa ad Afragola dal suo ex. «Un linguaggio abominevole», aveva commentato allora il partito, chiedendo rispetto e responsabilità. Questi episodi dimostrano come il discorso pubblico stia degenerando in aggressività personale, specialmente nei confronti di figure istituzionali.
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La politica del dissenso non può diventare odio personale
La denuncia di Fratelli d’Italia si chiude con un appello alla responsabilità collettiva: «La critica politica è il cuore della democrazia, ma non può diventare violenza verbale o minacce personali. Chi alimenta l’odio – anche in modo indiretto – si rende complice di questi episodi inaccettabili». Nel dibattito pubblico italiano si fa sempre più urgente distinguere tra dialettica politica e insulto personale. In gioco non c’è solo la dignità delle istituzioni, ma anche la qualità della convivenza civile in un paese dove, ogni giorno di più, i social si trasformano in campi di battaglia dominati da rabbia e livore.