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Giorgia Meloni sgancia la mossa potentissima: e la sinistra trema

Giorgia Meloni elabora una nuova strategia elettorale per contrastare la sinistra

Giorgia Meloni sgancia la mossa potentissima: e la sinistra trema – Nonostante la distanza temporale dalle prossime elezioni politiche 2027, l’attività politica nei palazzi romani è già entrata in una fase intensa. Le dinamiche che si stanno delineando vanno ben oltre le dichiarazioni pubbliche: si parla di strategie a lungo termine, incontri riservati e studi approfonditi sulle possibili riforme. In questo contesto, il tema centrale diventa la ridefinizione delle regole del gioco elettorale, elemento cruciale per determinare i futuri equilibri di potere.

Giorgia Meloni sgancia la mossa potentissima: e la sinistra trema

La questione della riforma della legge elettorale è ormai al centro dell’agenda politica. Non si tratta solo di una modifica tecnica, ma di una scelta che può influenzare in modo significativo la composizione delle alleanze e la distribuzione dei seggi in Parlamento. Da sempre, chi è in posizione di forza cerca di incidere sulle regole in modo da favorire la propria permanenza al governo. In questo scenario, il partito di Giorgia Meloni sta assumendo un ruolo da protagonista. La premier, in più occasioni, ha lasciato trasparire l’intenzione di promuovere una nuova legge elettorale che possa consolidare la maggioranza di centrodestra. Durante una recente intervista a Porta a Porta, Meloni ha dichiarato: “Io non sono contro una riforma della legge elettorale”, alludendo a una soluzione che preveda il nome del premier direttamente sulla scheda elettorale. Questa proposta si collega al più ampio progetto di riforma istituzionale fondato sul premierato.

D’altra parte, la tempistica di questa riforma è un aspetto determinante. Secondo Meloni, “tanto vale che si decida di fare qualcosa immaginando quello che può accadere dopo”, sottolineando la necessità di intervenire sulle modalità di voto prima ancora di finalizzare la riforma costituzionale. L’obiettivo è chiaro: anticipare le mosse dell’opposizione e consolidare il consenso della maggioranza.

Meloni e Schlein nello stesso volo: simbolo delle tensioni tra schieramenti

Le due direttrici della riforma: premier sulla scheda e superamento dei collegi uninominali

La strategia di Fratelli d’Italia si articola attorno a due elementi fondamentali: l’introduzione dell’obbligo di indicare il candidato premier sulla scheda elettorale e l’eliminazione dei collegi uninominali. Questi cambiamenti mirano a ridefinire la competizione politica, costringendo le coalizioni, in particolare il centrosinistra, a esplicitare fin dal principio il proprio leader e a rinunciare a una delle principali leve per tenere unita la propria alleanza. Il superamento dei collegi uninominali, introdotti con il Rosatellum, avrebbe effetti dirompenti. Questo meccanismo, infatti, ha finora obbligato le formazioni del centrosinistra a coalizzarsi per competere efficacemente nei territori. Rimuovendo questa necessità, si accentuerebbero le differenze tra Partito Democratico, Movimento 5 Stelle e Alleanza Verdi e Sinistra, rendendo più difficile la costruzione di un fronte comune. La questione della leadership nel campo progressista diventerebbe centrale: la scelta tra Elly Schlein, Giuseppe Conte o un terzo nome potrebbe provocare spaccature interne difficili da ricomporre. Il ricorso alle primarie, suggerito anche da Matteo Renzi, rappresenterebbe una soluzione solo parziale, poiché metterebbe in luce le divergenze programmatiche tra i diversi partiti.

Non mancano i nomi alternativi: tra le ipotesi circola anche quello di Silvia Salis, sindaca di Genova, che alcuni vedono come possibile figura di sintesi. Tuttavia, la strada verso un’intesa appare complessa, e la riforma proposta da Fratelli d’Italia rischia di esasperare ulteriormente le tensioni esistenti all’interno del campo largo.

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