Le reazioni del governo
Il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida parla di una giornata “di festa nazionale” e sottolinea il valore identitario del riconoscimento:
“La Cucina Italiana è il racconto di tutti noi, di un popolo che ha custodito i propri saperi e li ha trasformati in eccellenza”. Il ministro evidenzia come questa vittoria ricada su tutti: famiglie, agricoltori, produttori, ristoratori. Una rete capillare che, generazione dopo generazione, ha reso la cucina italiana un simbolo universale di qualità. Lollobrigida guarda già alle ricadute: maggiore tutela del Made in Italy, più strumenti contro le imitazioni, nuove opportunità di lavoro e sviluppo.



Perché è un riconoscimento storico
L’Unesco, di solito, premia singole tecniche o pratiche: stavolta, invece, ha celebrato un’intera tradizione culinaria nella sua complessità. Con l’ingresso della cucina italiana, gli elementi italiani riconosciuti salgono a 20, all’interno di una lista che conta circa 800 iscrizioni in 150 Paesi.
Tra i precedenti gastronomici figurano:
- Dieta Mediterranea (2013)
- Vite ad alberello di Pantelleria (2014)
- Arte del pizzaiuolo napoletano (2017)
- Cerca e cavatura del tartufo (2021)
La cucina italiana è stata riconosciuta come una pratica sociale che unisce comunità, tutela la biodiversità e riflette la ricchezza culturale dei territori. Coldiretti e Campagna Amica celebrano con un video intitolato #ÈUnesco, dove i cuochi contadini cucinano i piatti simbolo della tradizione agricola italiana. Secondo un’indagine Coldiretti/Censis, il 94% degli italiani considera il riconoscimento un’enorme opportunità di sviluppo per il Paese. La cucina italiana, oggi, vale 251 miliardi di euro nel mondo, con un +5% rispetto all’anno precedente (dati Deloitte Foodservice Market Monitor 2025). Stati Uniti e Cina generano oltre il 65% dei consumi globali legati all’Italian food. Ma c’è anche un’altra ricaduta: questa vittoria potrà aiutare a contrastare il fenomeno dell’italian sounding, sempre più diffuso. Secondo Ixè, più della metà degli italiani all’estero si ritrova davanti prodotti “finti italiani”, che con la tradizione culinaria autentica non hanno nulla a che fare. Il riconoscimento non è solo simbolico: è un investimento sul futuro, un marchio di qualità internazionale che rafforza l’autorevolezza della cucina italiana nel mondo.