Uno stile che diventa firma
Guardando il suo album politico recente, c’è una coerenza quasi ossessiva: tailleur bianchi, camicie bianche, giacche panna. Il tutto abbinato a gioielli discreti e trucco naturale. Un’estetica che rinuncia volutamente alla femminilità appariscente, preferendo un’immagine sobria e autorevole.
Una sorta di divisa presidenziale. Anche altre figure femminili del potere – da Angela Merkel a Ursula von der Leyen – hanno fatto del look un marchio di fabbrica. Ma nessuna, forse, con la stessa determinazione monocromatica di Meloni. Il bianco, usato con questa costanza, diventa codice. È come un logo, o meglio ancora un motto silenzioso. Comunica: “Sono qui per guidare, non per esibirmi”. In un’epoca dove la comunicazione passa tanto dai discorsi quanto dalle immagini, Meloni ha scelto di raccontarsi senza dire nulla. E il pubblico – anche quello meno attento alla politica – lo percepisce. (continua a leggere dopo le foto)

Qualche eccezione? Rarissime
Ogni tanto, durante incontri informali o viaggi in contesti meno solenni, la premier osa qualche sfumatura: beige, grigio perla, a volte blu navy. Ma sono eccezioni rare, e mai troppo appariscenti. Perché la linea resta chiara: il bianco è il colore del ruolo, non dell’umore. In definitiva, Giorgia Meloni ha fatto del bianco una dichiarazione politica ed estetica insieme. Non è solo questione di look, ma di posizionamento simbolico. In un contesto dove l’immagine è sostanza, e la sostanza deve sempre più passare per l’immagine, la premier ha trovato il modo di distinguersi con sobrietà. Il bianco, insomma, non è solo un colore. È il suo modo di stare al potere.