La forza della Giorgio Armani Spa
Il gioiello più prezioso resta comunque la Giorgio Armani Spa, un colosso con oltre 10mila dipendenti, 12 stabilimenti produttivi e più di 2.700 boutique in 60 Paesi. Il gruppo distribuisce moda, accessori, gioielli, occhiali, cosmetici e profumi con i marchi Giorgio Armani, Emporio Armani, EA7 e Armani Exchange, estendendo il suo nome anche all’hotellerie e alla ristorazione.
Il 2024 non è stato un anno semplice: i ricavi hanno registrato un calo del 6% rispetto al 2023, attestandosi a 2,3 miliardi di euro, con utili scesi da 163 a 51,6 milioni. Nonostante ciò, l’azienda ha investito 332 milioni di euro, puntando sul rinnovo delle boutique più prestigiose, da Madison Avenue a New York al nuovo spazio di rue François 1er a Parigi, senza mai ricorrere al debito. A disposizione rimane una liquidità di 570 milioni, prova della solidità voluta dallo stilista.
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Lo statuto e il futuro del marchio
Armani aveva pianificato con largo anticipo la successione aziendale. Dal 2016 – con un aggiornamento nel 2023 – è in vigore un nuovo statuto che introduce sei categorie di azioni (dalla A alla F) con uguali diritti patrimoniali ma differenti prerogative di governance. Al centro c’è la Fondazione Armani, destinata ad assicurare equilibrio tra gli eredi e a preservare l’indipendenza del marchio. «Il gruppo non deve essere acquistato o spezzettato», dichiarava Armani, pur lasciando aperta, in prospettiva futura, l’ipotesi di una cessione.
Le modifiche allo statuto richiedono una maggioranza del 75% e tra le priorità fissate vi è quella di continuare a promuovere il nome Armani nel mondo, mantenendo uno stile essenziale, moderno ed elegante. Solo dopo cinque anni sarà possibile valutare una quotazione in Borsa, scelta che potrebbe aprire nuovi scenari ma sempre nel rispetto della filosofia originaria dello stilista.
