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Grave lutto nella cultura italiana, ci lascia una grande donna

Addio Sofia Corradi, la mamma dell’Erasmus

La scorsa notte, a Roma, si è spenta Sofia Corradi, professoressa ordinaria di Scienze dell’Educazione all’Università Roma Tre, conosciuta in tutta Europa come la “mamma Erasmus”. La notizia è stata diffusa dalla famiglia, che in una nota ha parlato di una donna “di grande energia e generosità intellettuale ed affettiva”.

Corradi, nel corso della sua lunga carriera, ha dedicato ogni sforzo alla promozione del diritto allo studio, ottenendo numerosi riconoscimenti accademici e istituzionali. Il suo contributo è stato determinante per la nascita del programma Erasmus, approvato dall’Unione Europea nel 1987 e divenuto oggi uno dei simboli più forti dell’integrazione europea.

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L’impatto del suo lavoro nel mondo accademico

Il programma Erasmus, che oggi coinvolge oltre 15 milioni di studenti, rappresenta uno dei più grandi successi culturali e politici dell’Europa moderna. Il suo spirito va oltre l’istruzione: è un’esperienza di scambio, di convivenza, di costruzione di una cittadinanza comune. In ogni città universitaria del continente, il nome di Sofia Corradi è associato a quel senso di apertura che lei aveva voluto coltivare.

A ricordarla sono state le istituzioni accademiche e le associazioni studentesche di tutta Europa, che la definiscono “un modello di impegno civile e culturale”. L’Università Roma Tre ha espresso cordoglio, sottolineando come la professoressa Corradi “abbia lasciato un segno profondo nell’educazione italiana e nella costruzione dell’identità europea contemporanea”.

Un’eredità destinata a durare nel tempo

Con la sua scomparsa, il mondo dell’università perde una delle sue menti più visionarie. Ma il suo messaggio continua a vivere nei corridoi, nelle biblioteche, nei campus dove ogni anno migliaia di studenti partono per un’esperienza che lei ha reso possibile.

Sofia Corradi aveva sempre sostenuto che “studiare all’estero è un diritto, non un privilegio”, e in questa frase è racchiusa la sua più grande lezione. Oggi, mentre l’Europa la saluta con gratitudine, il suo nome rimane simbolo di ciò che l’istruzione dovrebbe sempre rappresentare: libertà, dialogo e speranza.

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