Lacrime in diretta
Durante l’edizione dell’11 aprile, i giornalisti Danilo Tolardo e Maria Rosaria Villivà hanno trovato a fatica la forza per chiudere la diretta. Le loro voci spezzate dall’emozione hanno raccontato in poche parole la profondità del legame umano e professionale con Carrisi, ricordandolo non solo come un grande giornalista, ma come un uomo riservato, generoso e attento. Con parole piene di affetto, la redazione ha voluto esprimere vicinanza alla moglie Simona e ai figli Alessandro e Leonardo. (continua dopo la foto)
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Una vita dedicata al giornalismo
Giuseppe Carrisi non era soltanto una voce storica della Rai: la sua carriera ha spaziato dal Gr Parlamento all’editing del Gr2, per poi stabilirsi nella redazione Esteri, dove ha firmato alcuni dei reportage più toccanti dagli angoli più drammatici del mondo. Grande conoscitore dell’Africa, Carrisi ha documentato guerre dimenticate, sofferenze umane e realtà troppo spesso ignorate dai media. La sua sensibilità e attenzione ai temi sociali lo hanno reso un riferimento nel racconto del mondo più fragile.
Parallelamente all’attività giornalistica, Carrisi ha coltivato una carriera da scrittore e documentarista. Autore di libri come “Kalami va alla guerra”, un toccante viaggio nel dramma dei bambini soldato, Carrisi ha anche realizzato il film-documentario “Kidogò, un bambino soldato”, presentato al Giffoni Film Festival, toccando temi di profonda attualità e umanità.
Le opere più note
Tra i suoi lavori più noti figurano anche:
• Voci dal buio: documentario dedicato alle storie di giovani affiliati alla camorra e ai loro coetanei africani vittime di sfruttamento.
• Zarema e le altre: docufiction sulla tragica realtà delle “vedove nere” della Cecenia.
• Il saggio “Tutto quello che dovresti sapere sull’Africa e che nessuno ti ha mai raccontato”, vincitore del Premio Fregene per la saggistica.
• Gioventù camorrista e La fabbrica delle prostitute, editi da Newton Compton.