
WASHINGTON – Il recente incontro alla Casa Bianca tra il presidente ucraino Volodymyr Zelensky e il magnate americano ha rappresentato un momento chiave della diplomazia internazionale, ma si è concluso senza risultati tangibili per l’Ucraina. Nonostante le forti aspettative della vigilia, l’appuntamento si è trasformato in una dimostrazione di divergenze di visione tra i due leader e ha lasciato spazio a numerosi interrogativi sul futuro degli aiuti militari statunitensi e sul ruolo degli Stati Uniti come mediatori nel conflitto con la Russia.
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L’incontro a Washington sulla guerra Ucraina-Russia
L’incontro, presentato come un’occasione decisiva per delineare la strategia occidentale nei confronti di Mosca, ha invece evidenziato una forte contrapposizione di priorità. Da un lato, Zelensky ha ribadito l’urgenza di ricevere sostegno concreto per la difesa del proprio Paese; dall’altro, il magnate statunitense ha assunto una posizione più cauta, orientata a evitare una possibile escalation e a preservare un profilo da mediatore imparziale. Questa dinamica ha finito per favorire, almeno sul piano diplomatico, la posizione del presidente russo Vladimir Putin, che ha potuto assistere a una sostanziale mancanza di progressi a favore di Kiev.
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Dietrofront di Trump: la questione degli aiuti militari
L’appuntamento ha rappresentato anche una novità nel percorso internazionale di Zelensky, che si è presentato per la prima volta senza il sostegno diretto dei leader europei, dopo l’attentato subito a fine febbraio. Questa scelta, dettata probabilmente dall’intenzione di rafforzare il dialogo bilaterale, ha invece messo in luce una mancanza di convergenza tra Stati Uniti e Ucraina su alcuni punti fondamentali, tra cui la fornitura di armi e le condizioni per un eventuale cessate il fuoco.
La distanza emersa tra le parti ha lasciato Zelensky senza nuovi impegni concreti, mentre il magnate americano ha rimarcato la volontà di non “allargare il conflitto” e di mantenere aperti i canali diplomatici con Mosca. Un risultato che, secondo numerosi osservatori, rischia di rafforzare la posizione negoziale della Russia e di complicare ulteriormente il percorso verso una soluzione della crisi.
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