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Guerra, la svolta italiana che mette paura: è polemica

Il dibattito sulla riforma della leva e la sfida della sicurezza europea

Parallelamente all’annuncio del Michelangelo Dome, il tema della leva militare è tornato al centro del dibattito pubblico. In Francia, il presidente Emmanuel Macron ha proposto un nuovo servizio militare volontario, mentre in Italia il ministro Crosetto ha rilanciato la discussione su una possibile riforma, sottolineando la necessità di un coinvolgimento più ampio dei cittadini nei meccanismi di difesa collettiva.

L’esigenza di rafforzare il welfare attivo e la resilienza nazionale si accompagna a un crescente interesse per la formazione di nuove competenze, sia militari che tecnologiche, indispensabili per affrontare le sfide del presente e del futuro. La sinergia tra innovazione e partecipazione civica viene vista come un elemento chiave per la costruzione di una sicurezza condivisa e sostenibile.

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Le dichiarazioni di Cingolani: tecnologia, etica e alleanze

Nel suo intervento, Cingolani ha posto l’accento sul ruolo delle alleanze europee e sulla necessità di un approccio etico all’impiego delle nuove tecnologie: «L’impegno sarà garantire una società sicura, noi a livello europeo ci siamo proposti come catalizzatori di alleanze. Nessuno ce la farà da solo, non sacrificheremo mai mille giovani al giorno, non utilizzeremo mai un Ai non etica, ma i nostri avversari se ne fregano». Il richiamo all’etica dell’intelligenza artificiale apre una riflessione importante sulla responsabilità degli attori istituzionali e industriali nell’adozione di strumenti sempre più sofisticati.

Un altro dato significativo riguarda la frequenza degli attacchi ibridi: «18mila casi di attacco ibrido all’anno», ha evidenziato Cingolani, «non abbiamo nemmeno il tempo di neutralizzare». L’urgenza di strumenti tecnologici in grado di rispondere rapidamente a minacce sfuggenti e difficili da identificare è quindi al centro dell’agenda strategica di Leonardo e delle istituzioni coinvolte. «La pace va difesa e questo ha un costo. I prossimi anni di pace apparente potrebbero essere gli anni necessari a chi attacca da sempre per sviluppare armi che sono difficili da neutralizzare», ha concluso Cingolani, sottolineando il valore della prevenzione e della preparazione anche nei periodi di relativa tranquillità.

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