Le radici ideologiche e l’impegno per i diritti umani
Mamdani ha iniziato il suo percorso politico ad Astoria, in un piccolo bar yemenita dove, durante una discussione sul futuro dei quartieri popolari, decise di candidarsi. Durante gli anni al Bowdoin College, dove si è laureato in Studi africani, ha fondato una sezione di Students for Justice in Palestine, diventando un punto di riferimento per le cause legate ai diritti umani.
Si è espresso apertamente a favore del movimento BDS (Boycott, Divestment and Sanctions), specificando però che le sue critiche “riguardano un governo, non un popolo o una fede”. Una posizione che gli è valsa tanto sostegno quanto critiche, ma che ne ha confermato la coerenza. Nel suo discorso finale, ha citato Fiorello La Guardia e Vito Marcantonio, simboli di una New York progressista: “Molti scartano la nostra visione del futuro come impossibile, ma basta guardare al passato per capire che si può costruire un domani diverso.”
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Le prime mosse del nuovo sindaco
Tra i primi interventi annunciati da Mamdani figurano la riforma delle politiche abitative, la lotta alla speculazione immobiliare e il potenziamento dei servizi sociali. Il nuovo sindaco intende ridurre la povertà urbana e rendere New York un modello di equità economica e sostenibilità.
Il suo approccio mira a mantenere un dialogo costante con cittadini e istituzioni, favorendo un modello amministrativo basato su trasparenza e partecipazione. Gli osservatori internazionali vedono nella sua elezione un possibile punto di svolta per l’intero panorama politico americano, con New York pronta a diventare laboratorio di nuove politiche progressiste.