L’orrore della diagnosi: il glioblastoma
Il tumore che Jason sta affrontando è il glioblastoma multiforme, classificato come stadio 4, ovvero il più avanzato e difficile da trattare. È una forma che cresce rapidamente all’interno del cervello e invade i tessuti sani, rendendo la rimozione chirurgica praticamente impossibile.
Collins stesso ha descritto la sua condizione così: “Un mostro con tentacoli grandi quanto una palla da baseball”, parole forti che rendono l’idea della pericolosità di questa malattia. I sintomi, secondo lui, sono iniziati in estate, con difficoltà di concentrazione e perdita temporanea di memoria, fino al momento in cui una TAC ha rivelato la presenza del tumore.
Former NBA player, Jason Collins, was diagnosed with Stage 4 Glioblastoma this summer. Jason and his husband, Brunson, traveled to Singapore to try an experimental treatment that will give him more time. @ramonashelburne was able to sit down with him as he talks about his… pic.twitter.com/WrkQesnNwJ
— NBA on ESPN (@ESPNNBA) December 11, 2025
Trattamenti e prognosi: il limite del tempo
Attualmente, Collins si sta sottoponendo a trattamenti combinati che includono radioterapia, chemioterapia e terapie sperimentali su misura. Nonostante la sua determinazione e le cure avanzate, i medici stimano che la sua aspettativa di vita possa aggirarsi tra gli 11 e i 14 mesi, un dato che Collins stesso ha condiviso apertamente nella sua testimonianza.
Nonostante la prognosi difficile, l’ex centro NBA non ha perso la sua proverbiale ironia. In un passaggio ha ricordato scherzosamente alcune delle sfide affrontate in carriera, dicendo che se poteva affrontare giocatori del calibro di Shaquille O’Neal, poteva provare a combattere anche questo nemico invisibile.
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La vita oltre il campo: famiglia e coraggio
La malattia ha colpito Collins poco dopo il matrimonio con Brunson Greene, un evento che avrebbe dovuto segnare un nuovo capitolo di felicità. Invece, ha cambiato drasticamente la prospettiva e costretto l’ex atleta a confrontarsi con una lotta che va ben oltre il basket.
Nonostante tutto, Collins ha deciso di condividere la sua storia pubblicamente con la speranza che la sua esperienza possa aiutare altri, portando maggiore consapevolezza sulla lotta contro forme di cancro così aggressive.