Aperta un’inchiesta
Dopo una breve dimissione il 4 settembre, le condizioni di Piero peggiorarono rapidamente. Fu quindi ricoverato di nuovo, questa volta al Dea di Lecce, dove vennero eseguiti nuovi accertamenti diagnostici, inclusi una risonanza magnetica e una terza anestesia per un’angiotac. Purtroppo, quest’ultima si rivelò fatale: il 16 settembre, Piero Perulli non si risvegliò più.
Le sorelle di Piero, assistite dall’avvocato Mariangela Calò, hanno richiesto alla Procura di Lecce di aprire un’inchiesta per capire se vi siano responsabilità da parte dei sanitari. In particolare, la famiglia chiede di fare chiarezza sulla gestione del caso clinico e sugli effetti delle anestesie ripetute, che potrebbero aver avuto un impatto devastante su un corpo già indebolito dalla malattia. La famiglia ha inoltre richiesto la riesumazione del corpo per effettuare accertamenti autoptici e istologici. (continua dopo la foto)
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A tre mesi dalla morte di Piero Perulli, la sua famiglia continua a cercare risposte. Il tragico epilogo della sua vita, unito ai numerosi dubbi sollevati dai familiari, ha aperto una serie di interrogativi su eventuali negligenze mediche. Piero, oltre ad essere un musicista, era anche una figura di riferimento per la città di Lecce grazie al suo pub, uno dei locali più frequentati della zona.