
José Jeri, el Nuevo Presidente del Perú pic.twitter.com/fgIOvwk4MA
— Chacotero (@ChacoteroPeru) October 10, 2025
Un Paese in bilico: reazioni, proteste e speranze del Perù
Nella notte tra giovedì 9 e venerdì 10 ottobre, il Parlamento del Perù ha votato per la destituzione della presidente Dina Boluarte, approvando con 118 voti favorevoli su 122 la mozione di impeachment per «incapacità morale permanente». L’onda d’urto della destituzione si è subito riversata nelle strade: la capitale e molte altre città sono diventate teatro di manifestazioni spontanee. Da una parte, chi invoca la riabilitazione della presidente; dall’altra, una maggioranza che chiede a gran voce nuove elezioni e un cambiamento radicale.
Il clima è carico di aspettative e paure. In appena sei anni, il Paese ha visto susseguirsi sei diversi presidenti, tra scandali e crisi istituzionali che hanno minato la fiducia dei cittadini nelle istituzioni. La caduta della presidente, la prima donna nella storia a ricoprire il ruolo, rappresenta un nuovo punto di svolta, ma anche l’ennesima pagina di una crisi che sembra non avere fine.
La sfida della transizione: gestire l’incertezza per ricostruire la fiducia
Ora tutto è nelle mani del presidente ad interim José Jerì, chiamato a guidare il Paese in una fase delicatissima. Il suo compito sarà quello di ristabilire stabilità, evitare nuove tensioni e restituire ai cittadini la speranza in un futuro meno incerto. La tenuta delle istituzioni dipenderà dalla rapidità e dalla trasparenza con cui verrà gestito questo passaggio, in un contesto segnato da sfiducia e profondi cambiamenti.
Il destino della nazione resta avvolto da interrogativi: riuscirà a voltare pagina, o sarà ancora una volta vittima delle sue contraddizioni interne? La risposta si scriverà nei prossimi giorni, tra le voci di chi chiede verità e le speranze di chi sogna un domani finalmente stabile.