
Francia, il progetto di governo dle primo ministro Lecornu
Sébastien Lecornu, figura centrale dell’esecutivo, aveva appena assunto la guida di un governo già in bilico. Dietro le quinte, Lecornu aveva tentato di tessere una fragile tela tra vecchie conoscenze e nuove promesse politiche, cercando un equilibrio tra esperienza e innovazione. Ma le pressioni interne, le tensioni tra fazioni e il peso di un’opposizione agguerrita hanno avuto la meglio, portando rapidamente al collasso della neonata compagine governativa.

Et hop Lecornu vient de démissionner !
— Florian Philippot (@f_philippot) October 6, 2025
Maintenant au tour de Macron ! pic.twitter.com/FDp1Jdl0lb
Una squadra tra storia e rinnovamento
Non era una semplice formazione: si trattava della quinta in meno di due anni, simbolo di una crisi politica che attraversa il Paese con forza. Tra i nomi scelti, spiccavano personalità di rilievo come Roland Lescure, chiamato a gestire le finanze in un periodo di delicatissime trattative, e il ritorno a sorpresa di Bruno Le Maire, pronto a occuparsi della Difesa dopo aver guidato l’Economia fino al 2024. Eppure, nonostante il tentativo di continuità, il nuovo assetto non ha retto alla prova dei fatti.
Una crisi di continuità e di fiducia: governo nel pantano
Molti erano stati riconfermati: dall’Istruzione alla Giustizia, dagli Affari Esteri alle Finanze, il governo sembrava voler rassicurare il Paese con volti noti e affidabili. Ma la pressione verso il cambiamento, le richieste di una svolta più profonda e le crepe mai sanate hanno reso impossibile la stabilità. Le dimissioni improvvise hanno così scatenato un effetto domino che rischia di travolgere l’intero sistema politico nazionale.
Quale futuro per la Francia dopo le dimissioni di Lecornu?
L’uscita di scena di Lecornu apre ora interrogativi profondi. Il presidente dovrà scegliere se designare un nuovo primo ministro o assecondare la crescente richiesta popolare di tornare al voto. Nel frattempo, i nomi dei possibili successori si rincorrono tra indiscrezioni e smentite, ma dall’Eliseo filtra solo silenzio. Una cosa è certa: la crisi politica francese è entrata in una fase nuova e delicata, le cui ripercussioni si faranno sentire ben oltre i confini nazionali.