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Ilaria Salis, decisione arrivata: l’annuncio bomba

Le accuse in Ungheria e il contesto del “Giorno dell’Onore”

Ilaria Salis, insegnante e attivista nota per il suo impegno antifascista, è stata accusata dalle autorità ungheresi di aver preso parte a un’aggressione contro due attivisti di estrema destra durante una manifestazione avvenuta nel febbraio 2023, in occasione del controverso “Giorno dell’Onore”. Questa ricorrenza, che commemora i combattenti filonazisti della Seconda guerra mondiale, è da anni al centro di polemiche e tensioni tra gruppi politici opposti. Dopo l’arresto, Salis ha trascorso 15 mesi in detenzione nella capitale ungherese, in condizioni definite “disumane” dai suoi legali e da numerose organizzazioni per la tutela dei diritti umani. Le immagini che la ritraevano incatenata durante le udienze hanno suscitato indignazione e acceso un acceso dibattito tra Bruxelles e Budapest sul rispetto dei diritti fondamentali degli imputati.

Il caso ha contribuito ad alimentare le critiche nei confronti del sistema penitenziario ungherese e delle sue modalità di gestione dei processi politici, con appelli da parte di associazioni internazionali per una maggiore tutela delle garanzie individuali. L’intervento delle istituzioni europee è stato determinante nel portare il caso all’attenzione pubblica, favorendo un confronto diretto tra le autorità italiane e quelle ungheresi sulla legittimità delle accuse e sulle condizioni di detenzione di Salis.

Una svolta politica e simbolica

Secondo numerosi osservatori, il voto favorevole all’immunità rappresenta per il Parlamento europeo una scelta dal forte valore simbolico. Con i suoi 306 voti favorevoli, la maggioranza dell’assemblea ha riaffermato la volontà di garantire la libertà di espressione e la difesa dei diritti dei rappresentanti eletti, lanciando un messaggio chiaro in tema di autonomia parlamentare e rispetto delle prerogative istituzionali. Al tempo stesso, la decisione pone ora le autorità ungheresi di fronte a un nuovo scenario: la deputata italiana, grazie al riconoscimento dell’immunità, è temporaneamente protetta da eventuali nuovi procedimenti giudiziari in Ungheria. Questo aspetto apre la strada a ulteriori sviluppi nelle relazioni tra Budapest e le istituzioni comunitarie, già segnate da frequenti tensioni su temi legati allo stato di diritto. Il caso di Ilaria Salis diventa così un punto di riferimento per future decisioni dell’Eurocamera in materia di immunità e tutela dei propri membri, contribuendo a delineare i confini delle garanzie riconosciute agli eurodeputati. La vicenda ha inoltre riacceso il dibattito interno sui criteri e sulle modalità di concessione dell’immunità, con richieste trasversali di maggiore trasparenza e rigore nelle procedure di verifica delle accuse mosse a carico dei parlamentari europei.

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