Imane Khelif, parla il padre: dall’infanzia difficile ai sacrifici per allenarsi
A proposito della sua infanzia, in una delle poche interviste, Imane Khelif ha raccontato che per guadagnare qualche soldo raccoglieva e rivendeva oggetti di metallo. Non solo, la giovane aiutava anche la madre a vendere cous cous. «Sono nata nelle campagne di Tiaret, un villaggio dell’Atlante. Ho cominciato a boxare lì, poi mi sono spostata in altre città algerine e all’estero. Vengo da una regione e da una famiglia fortemente conservatrici: praticare uno sport considerato maschile come la boxe era ritenuto quasi blasfemo. L’inizio è stato difficilissimo: contro il volere di tutti dovevo andare e tornare a piedi da casa alla palestra lontana 10 chilometri», ha confidato la Khelif. (continua a leggere dopo le foto)
Le polemiche dopo la squalifica ai Mondiali di Nuova Delhi
Anni di sacrifici, poi il debutto ai Mondiali 2018 dove si è piazzata 17esima. Nel 2021 la Khelif ha partecipato alla sua prima Olimpiade. Ai Giochi di Tokyo 2021 lei ha preso parte alla categoria 60kg senza centrare il podio. L’anno seguente è stata premiata come migliore atleta algerina. Ai mondiali del marzo 2023 di Nuova Delhi, la Khleif è stata squalificata dalla competizione, organizzata dalla International Boxing Association. Secondo l’Iba, ente sportivo non riconosciuto dal Comitato Olimpico Internazionale, i test condotti sulla pugile avrebbero evidenziato “un livello eccessivo di testosterone e la presenza di cromosomi maschili nel Dna”. Da allora la Khelif è finita sotto i riflettori per la sua identità di genere.