La paura e la solidarietà
Lo scenario più temuto era che il piccolo fosse stato trascinato in mare, ma le ricerche si sono estese anche alle vie interne. Decine di cittadini e vacanzieri hanno deciso spontaneamente di partecipare, percorrendo spiagge, viali e parchi, interrogando passanti e commercianti alla ricerca di qualsiasi indizio utile.
L’ansia era palpabile, ma la solidarietà ha unito tutti: istituzioni, operatori e semplici cittadini, tutti con un unico obiettivo, riportare il bambino alla sua famiglia.

Il ritrovamento del bambino
Dopo circa cinque ore di ricerche incessanti, intorno alle 17.40, è arrivato il tanto atteso lieto fine. è arrivata la notizia più attesa. L’agente di polizia amministrativa Matteo Bortolussi ha trovato un bimbo spaesato e in lacrime vicino alla stazione dei bus di via Maia. Il piccolo era disorientato e affaticato, ma in buone condizioni. “Mi sono avvicinato e ho capito che si trattava del bimbo che tutti stavano cercando. Aveva sete e mostrava segni di stanchezza”, ha raccontato l’agente, visibilmente emozionato
Il bambino è stato subito messo in salvo e riaffidato alla nonna. “Ho un figlio della stessa età – ha aggiunto Bortolussi – ed è stato un sollievo incredibile sapere che stava bene”.
Leggi anche: Botulino, un’altra vittima in Italia: “Cosa aveva mangiato”
Le lezioni della vicenda
La storia di Bibione ha evidenziato quanto sia fondamentale la vigilanza in spiaggia, soprattutto con i più piccoli, e quanto la collaborazione tra cittadini e forze dell’ordine possa rivelarsi decisiva. In poche ore, una comunità intera si è mobilitata, fino al lieto fine che ha permesso a tutti di tirare un sospiro di sollievo.