Incidente in A1, il racconto del camionista Enrico Rodia
I soccorsi sono arrivati rapidamente. Rodia ha contattato il 118 alle 7.55 e, come ha sottolineato, le prime ambulanze sono giunte in meno di quindici minuti. Il camionista, dimostrando un forte senso del dovere, ha continuato a gestire la situazione fino all’arrivo dei soccorritori. “Noi camionisti siamo obbligati a fare il primo soccorso in caso di incidente”, ha dichiarato con umiltà. Lui non si sente affatto un eroe. (continua a leggere dopo le foto)

“Ho fatto solo il mio dovere”
La gestione dell’emergenza è stata complicata dallo stato di choc delle insegnanti. “Le maestre erano messe male”, ha raccontato Rodia, aggiungendo che insieme all’autista del pullman si sono impegnati a mantenere l’ordine tra i bambini, cercando di proteggerli sia fisicamente che psicologicamente. Il rischio di un peggioramento della situazione era reale: molti bimbi cercavano di scappare, muovendosi pericolosamente verso il centro dell’autostrada. L’incidente, tuttavia, ha sollevato nuovamente la questione dell’importanza delle misure di sicurezza nei viaggi scolastici e ha dimostrato come il coraggio e l’altruismo di un singolo cittadino possano fare la differenza. “Ho fatto solo il mio dovere”, ha concluso Rodia. Ma oggi, per molte famiglie, è stato molto di più.