Le categorie fragili nel mirino del virus e delle complicanze
Non tutti i pazienti reagiscono allo stesso modo all’aggressione dell’Influenza K. L’analisi epidemiologica evidenzia che i bambini piccoli sono tra i più colpiti, a causa di un sistema immunitario ancora immaturo che non ha memoria storica di ceppi simili. Parallelamente, gli anziani sopra i 65 anni e i soggetti fragili affetti da patologie croniche come il diabete, malattie cardiopatiche o respiratorie croniche rappresentano il target preferenziale per le forme più gravi di polmonite. Per queste persone, l’infezione non è solo un disagio stagionale, ma una minaccia che può richiedere l’ospedalizzazione immediata.
La preoccupazione degli esperti è rivolta proprio alla protezione di chi non ha difese immunitarie sufficienti per arginare la variante H3N2. La vulnerabilità di queste fasce della popolazione mette in luce l’importanza di una sorveglianza attiva. Ma una volta identificati i soggetti a rischio, quali sono le armi a nostra disposizione per arginare questa ondata che non accenna a fermarsi?
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Strategie di difesa e il ruolo cruciale della prevenzione medica
La lotta contro l’Influenza K e le polmoniti secondarie si combatte prima di tutto con la prevenzione consapevole. La vaccinazione rimane il pilastro fondamentale, descritta da Matteo Bassetti come un’assicurazione sulla vita che tutti dovrebbero considerare, specialmente se appartenenti alle categorie a rischio. Oltre ai presidi medici, le norme igieniche consolidate tornano a essere protagoniste: il lavaggio delle mani e l’uso della mascherina nei luoghi affollati sono barriere essenziali per chi manifesta i primi sintomi.
Un punto su cui l’infettivologo insiste con fermezza è il divieto assoluto di automedicazione, in particolare per quanto riguarda gli antibiotici. Questi ultimi sono efficaci solo contro le sovrapposizioni batteriche e devono essere assunti esclusivamente sotto stretto controllo medico. Dare l’antibiotico nell’influenza è un errore medico, ha ribadito l’esperto, spiegando che la gestione clinica deve essere rigorosa. La prudenza e il consulto professionale sono le uniche chiavi per superare indenni una stagione influenzale che si sta rivelando tra le più impegnative degli ultimi anni.