Today, I received reports on the situation in the Middle East and the Gulf region, following U.S. strikes on facilities linked to the Iranian regime’s nuclear program. A regime that has done so much to bail out Putin. pic.twitter.com/BqsNoFQaPQ
— Volodymyr Zelenskyy / Володимир Зеленський (@ZelenskyyUa) June 22, 2025
Europa e Stati Uniti sotto pressione
Nel panorama internazionale, l’Europa osserva con apprensione. Se gli USA proiettano la loro forza in Medio Oriente, la possibilità che gli Stati Uniti distolgano l’attenzione dal conflitto in Ucraina appare concreta. Un eventuale allentamento del supporto a Kiev, già messo alla prova dalle tensioni interne statunitensi e dal rientro di Trump, potrebbe lasciare l’Europa a dover gestire da sola un fronte strategico, priva del “paracadute” garantito da Washington.
Sul piano continentale, l’Unione Europea e Regno Unito hanno invitato alla cautela e allo sforzo diplomatico. Il Segretario Generale ONU Antonio Guterres ha definito la situazione “una pericolosa escalation” e ha esortato alla moderazione anziché alla risposta militare. Intanto, militanti filo-iraniani in Iraq e Siria minacciano di attaccare basi statunitensi se la crisi proseguirà.
In definitiva, il mondo guarda con apprensione. Un conflitto che vede Israele, Iran, Stati Uniti, Russia e Europa strettamente interconnessi sta rapidamente trasformandosi in una crisi globale. Con l’Ucraina già indebolita, lo scacchiere mediorientale potrebbe diventare il prossimo punto critico. La domanda irrinunciabile rimane: quali mosse faranno ora i grandi leader mondiali, e chi pagherà il prezzo più alto?