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Gaza, finalmente l’annuncio che tutto il mondo aspettava

Nodi politici e sicurezza: il difficile equilibrio dopo l’intesa

Un aspetto cruciale dell’accordo resta la questione del disarmo di Hamas. Secondo quanto riportato da Abc News, i negoziati di Sharm el-Sheikh hanno prodotto un cessate il fuoco, ma non hanno risolto la delicata partita delle armi detenute dal gruppo islamista e della futura governance della Striscia. Gli Stati Uniti avrebbero suggerito un piano di disarmo graduale in più fasi, ma la leadership di Hamas ha respinto qualsiasi cessione immediata delle armi. “La vera trattativa comincia adesso”, ha dichiarato un funzionario egiziano, sottolineando che il tavolo della mediazione rimarrà aperto anche nei prossimi giorni.

La tensione rimane alta anche all’interno di Israele. Subito dopo l’annuncio, piazze come Rabin a Tel Aviv si sono riempite di cittadini che hanno celebrato la notizia con candele e canti patriottici, mostrando striscioni con il motto “Bring them home”. Tuttavia, non sono mancate voci di scetticismo tra i familiari degli ostaggi, preoccupati per il rischio che l’accordo non venga rispettato. “È una vittoria di cuore ma non ancora di sicurezza”, ha dichiarato il fratello di uno dei militari rapiti.

Le dichiarazioni ufficiali: Trump, Netanyahu e i leader internazionali

Donald Trump ha ribadito pubblicamente che “tutti gli ostaggi saranno liberi entro lunedì”, sottolineando la difficoltà dei negoziati e la necessità di vigilare sul rispetto degli impegni presi. Il presidente americano ha inoltre annunciato una visita ufficiale in Israele all’inizio della prossima settimana, durante la quale parlerà alla Knesset e parteciperà all’avvio dei primi interventi per la ricostruzione di Gaza. “È un grande giorno per il mondo arabo e musulmano, per Israele e per gli Stati Uniti d’America”, ha scritto Trump su Truth Social, ringraziando i mediatori internazionali per il loro ruolo decisivo.

Il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, ha accolto con favore l’intesa, esortando tutte le parti a rispettare fino in fondo gli accordi raggiunti e a lavorare per un cessate il fuoco permanente. Anche Hamas ha confermato la propria disponibilità a liberare i venti ostaggi israeliani entro 72 ore, a patto che Israele rispetti ogni punto dell’intesa: “Ogni violazione comporterà la ripresa immediata delle ostilità”, ha avvertito il portavoce Abu Obaida.

Prospettive per Gaza: ritiro militare, ricostruzione e futuro della Striscia

Le mappe operative del ritiro israeliano sono già state aggiornate: le truppe lasceranno progressivamente tutte le aree urbane di Gaza, mantenendo il presidio solo su Rafah, punto strategico di accesso per gli aiuti umanitari. L’obiettivo dichiarato è consentire il ritorno alla normalità della popolazione civile, assicurando nel contempo condizioni di sicurezza. Le autorità egiziane hanno predisposto una forza di interposizione per monitorare i flussi ai confini, mentre la comunità internazionale si prepara a coordinare i primi interventi di ricostruzione.

Nonostante le incertezze ancora presenti e le tensioni residue, l’accordo rappresenta uno spartiacque nella storia della regione. Le prossime ore saranno cruciali per verificare la reale applicazione delle disposizioni e la tenuta della tregua, nella speranza che sia solo il primo passo verso una pace duratura per Gaza, Israele e tutto il Medio Oriente.

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