Zangrillo: “Non attivisti, ma brigate di violenti”
Durissimo il commento del ministro della Pubblica Amministrazione Paolo Zangrillo, che ha condannato senza mezzi termini i disordini di Udine: “La causa della Palestina per loro era solo un pretesto, il sospetto ora è una certezza. Si professano pro Palestina, ma alla resa dei conti sono solo brigate di violenti, animate dalla furia di calpestare la libertà e i diritti dello Stato democratico”. Zangrillo ha ricordato come episodi analoghi si siano verificati in altre città italiane, da Torino a Roma, da Milano a Bologna, sottolineando che “mentre il mondo celebra la pace tra Israele e Palestina, questi gruppi mettono a ferro e fuoco le nostre piazze”.

Ordine pubblico e libertà d’informazione
Dopo ore di caos, la situazione a Udine è tornata sotto controllo, ma resta alta la tensione. Le immagini delle telecamere di sorveglianza sono ora al vaglio della polizia per identificare gli autori del lancio di pietre e bottiglie.
La giornalista Elisa Dossi è fuori pericolo, ma il suo caso riaccende il dibattito sulla sicurezza dei reporter durante le manifestazioni.
La Rai ha ribadito che “la libertà di informazione va tutelata in ogni contesto” e che “nessuna cronaca giustifica un’aggressione”. Da Udine, una lezione amara: quando la violenza prende il sopravvento, a perdere non è solo lo sport, ma la democrazia stessa.