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L’annuncio di Piero Pelù lascia tutti di sasso: di cosa soffre il cantante

Strategie di adattamento e nuove consapevolezze

Nonostante le difficoltà, Piero Pelù ha adottato strategie per continuare a fare musica e vivere il quotidiano. Ha imparato a gestire l’ipersensibilità ai suoni indossando tappi per le orecchie, soprattutto in ambienti affollati o rumorosi. “Se ci sono rumori di piatti o voci acute, mi feriscono. Ma non voglio smettere di vivere”, afferma, ribadendo la volontà di non rinunciare alle proprie abitudini e alla socialità. La ricerca di un nuovo equilibrio diventa centrale nella sua vita. Pelù si dedica ad attività che favoriscono il benessere psico-fisico, alternando momenti di isolamento creativo a periodi di condivisione con il pubblico. L’adattamento alle nuove condizioni richiede disciplina e ascolto di sé, ma anche la capacità di reinventarsi costantemente. Oltre alla musica, Pelù trova conforto e stimolo in progetti paralleli che gli consentono di esprimere la propria creatività e di esplorare nuovi linguaggi artistici. La sua esperienza diventa così un esempio di resilienza e di capacità di trasformare la sofferenza in opportunità di crescita.

Il ritorno artistico: musica, impegno sociale e cinema

Dopo mesi di difficoltà, il 2024 segna per Pelù un ritorno energico sulla scena musicale e culturale. Con la pubblicazione dell’album Deserti, l’artista affronta i temi del dolore e della resistenza, proponendo una riflessione personale e collettiva sulle fragilità umane. Il tour Il Ritorno del Diablo, che attraversa numerose città italiane, rappresenta il simbolo della sua rinascita e della riconquista della dimensione live. Nel corso dell’anno, Pelù si distingue anche per il suo impegno sociale, componendo il brano Sos dedicato alla Palestina. La sua sensibilità verso le tematiche di attualità si riflette nella scelta di utilizzare la musica come strumento di denuncia e solidarietà. Sul fronte cinematografico, presenta alla Mostra del Cinema di Venezia il documentario Rumore dentro, un’opera che ripercorre la sua carriera attraverso immagini d’archivio e memorie personali.

“Con Rumore dentro ho riscoperto ciò che ho fatto di bello. Ho riaperto un enorme baule di ricordi, un archivio sconfinato di filmini in Super 8, passione ereditata da mio padre e da mio nonno”, racconta Pelù, evidenziando il valore della memoria familiare e della trasmissione generazionale delle passioni. Il recupero e il restauro delle pellicole di famiglia restituiscono emozioni autentiche e rafforzano il legame con le proprie radici. “Mi hanno regalato sorprese meravigliose”, aggiunge, sottolineando l’importanza di custodire e valorizzare il patrimonio affettivo, anche come fonte di ispirazione artistica e personale.

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