Vai al contenuto
Questo sito contribuisce alla audience di

L’arma segreta che fa paura al mondo intero: “Distrugge tutto”

La Cina e le armi presentate davanti in piazza Tienanmen

La Cina, secondo fonti occidentali, ha avviato i primi test di queste tecnologie già dal 2010, anticipando le altre potenze mondiali. I sistemi a microonde ad alta potenza sono stati sviluppati per garantire una soluzione efficace contro le nuove minacce rappresentate dai droni-kamikaze e dalle armi guidate da remoto, sempre più presenti nei recenti teatri di guerra. La loro capacità di colpire simultaneamente numerosi bersagli rappresenta un netto vantaggio rispetto ai sistemi tradizionali.

Queste innovazioni sono frutto di una lunga collaborazione tra istituti di ricerca militare e settore industriale. Il programma è stato guidato da figure di spicco come Huang Wenhua e Liu Guozhi, collegando strettamente i progressi nel campo degli impulsi elettromagnetici con lo sviluppo di tecnologie originariamente nate per l’energia nucleare.

Le caratteristiche delle armi a microonde ad alta potenza

Le armi HPM si distinguono per la capacità di generare impulsi di microonde estremamente intensi, in grado di danneggiare irreparabilmente i componenti elettronici di droni, missili cruise e altri apparecchi. Il funzionamento di questi sistemi ricorda quello di un comune forno a microonde, ma la potenza sprigionata è di gran lunga superiore: i microchip, i circuiti radio e i computer dei bersagli vengono letteralmente “fritti” dall’energia rilasciata, rendendo inutilizzabili le apparecchiature colpite.

A differenza dei laser che colpiscono un solo obiettivo per volta, le armi HPM possono emettere un’onda di calore su una vasta area, neutralizzando più bersagli contemporaneamente. Questa strategia è particolarmente efficace contro gli sciami di droni, che rappresentano una delle minacce più insidiose delle moderne operazioni militari. Inoltre, l’utilizzo di impulsi elettromagnetici permette di ridurre drasticamente i costi rispetto ai sistemi tradizionali basati su missili terra-aria.

L’Hurricane 3000 spicca tra i modelli per la sua potenza: secondo Norinco, la holding statale responsabile della produzione, il sistema può generare un raggio da dieci gigawatt e inviare fino a 126 milioni di impulsi al secondo. La sua capacità di sparare 10.000 onde distruttive in un raggio di 3.000 metri permette di abbattere centinaia di droni con un solo intervento, garantendo così la protezione di ampie porzioni di territorio o infrastrutture critiche.

Il coinvolgimento di istituti specializzati in tecnologie nucleari nella ricerca e nello sviluppo di queste armi non è casuale: l’obiettivo principale era quello di replicare l’effetto di una esplosione nucleare ad alta quota, capace di creare un campo elettromagnetico in grado di paralizzare ogni dispositivo elettronico nel raggio d’azione. Grazie alle armi HPM, la Cina ha trovato una soluzione per infliggere danni simili senza dover ricorrere all’uso di testate nucleari.

Espansione e potenziale offensivo delle armi elettromagnetiche

Il potenziale di queste tecnologie va oltre la mera difesa. Le autorità militari cinesi considerano le armi HPM come strumenti strategici anche per azioni offensive, con l’obiettivo di compromettere le reti di comunicazione e i sistemi di comando nemici. Questo approccio include attacchi mirati non solo contro infrastrutture terrestri, ma anche contro le costellazioni di satelliti che rivestono un ruolo chiave nella gestione delle operazioni militari contemporanee.

Attualmente la Cina ha presentato tre modelli principali di sistemi a microonde ad alta potenza: l’Hurricane 3000, l’Hurricane 2000 – una versione più compatta – e il nuovo FK-4000. Quest’ultimo, pur vantando prestazioni inferiori rispetto agli altri due, è già stato integrato in alcune unità operative, in particolare in quelle destinate a esercitazioni per scenari di conflitto come l’ipotetica invasione di Taiwan.

Il dispiegamento di questi sistemi non si limita alle forze terrestri, ma potrebbe essere facilmente adattato per l’impiego navale, aumentando così il livello di minaccia potenziale nelle aree strategiche dell’Indo-Pacifico. L’impiego di armi elettromagnetiche rappresenta una svolta significativa rispetto ai paradigmi tradizionali della guerra, ponendo nuove sfide per la sicurezza globale e richiedendo lo sviluppo di contromisure sempre più sofisticate.

I progressi della Cina in questo settore evidenziano la rapidità con cui il panorama della difesa si sta evolvendo: la capacità di colpire bersagli multipli con onde invisibili e di compromettere intere reti informatiche pone interrogativi cruciali sulla stabilità e sulla sicurezza internazionale, aprendo scenari inediti che richiederanno risposte adeguate sia sul piano tecnologico sia su quello diplomatico.

Pagine: 1 2
powered by Romiltec

©Caffeina Media s.r.l. 2025 | P. IVA: 13524951004


Hai scelto di non accettare i cookie

Tuttavia, la pubblicità mirata è un modo per sostenere il lavoro della nostra redazione, che si impegna a fornirvi ogni giorno informazioni di qualità. Accettando i cookie, sarai in grado di accedere ai contenuti e alle funzioni gratuite offerte dal nostro sito.

oppure